venerdì 22 maggio 2015

MAD MEN: invito alla visione, senza spoiler



Un uomo, ben vestito e con una 24 ore in mano, entra in un ufficio.
Secondi dopo lo vediamo volare dalla finestra di un grattacielo, accompagnato nella sua caduta da mille cartelloni pubblicitari, ammiccanti e forieri di felicità.
Nell'ultima scena non lo vediamo schiantato sul marciapiede, bensì comodamente seduto su di una poltrona, con una sigaretta nella mano visibile, mentre ci da le spalle.

Una sigla animata entrata nell'immaginario collettivo, per una serie tv da culto: sette stagioni, 92 episodi, terminata appena la scorsa settimana.

Non è facile parlare di Mad men senza spoiler, quindi ci accontentiamo di un'infarinatura, giusto per stimolare la vostra curiosità.

Credo si possa parlare, senza esagerazioni, di una delle serie più belle di sempre.

Usa, New York, 1960: seguiamo le vicissitudini di un nutrito gruppo di persone, pubblicitari, alle prese con le difficoltà del loro mestiere e della propria vita privata e pubblica.
La storia termina nel 1970 e gli avvenimenti di questi dieci anni cruciali, per quanto americanocentrici, fanno parte comunque della storia mondiale, Storia con tanto di 's' maiuscola.
Kennedy, Cuba, Martin Luther King, la Luna e la 'rivoluzione sessuale' non sono soltanto uno sfondo disegnato sul muro in un teatro di posa, bensì situazioni che modificano sensibilmente la vita dei nostri 'eroi'.
Personaggi che di eroico hanno ben poco... vivono successi, tanti, ma anche e soprattutto frustrazioni, incertezze e dolore, mentre tentano di trovare uno scopo alla loro esistenza che vada al di là degli slogan accattivanti e della sicurezza economica.
'Mad men'... Uomini pazzi.
Una ricostruzione storica notevolissima, scandita dalla rapida trasformazione dei costumi e degli usi di una società passata in pochi anni dagli ipocriti Happy Days alla guerra del Vietnam.
Una serie che sa essere drammatica, a volte angosciante, ma anche leggera e divertente... Già, proprio come è la vita 'vera'.
Personaggi principali di grande spessore, con comprimari che non sono mai semplici comparse.
Fin troppo facile cercarci una metafora di 'qualcosa': è soprattutto il racconto corale di un'epoca, e di una nazione ormai conscia di aver perso una verginità in effetti mai avuta...
Per fortuna non vi è traccia di politically correct; i personaggi vivono con standard inaccettabili per l'attuale società perbenista: fumano e bevono come se non avessero un domani, amano (forse) e costellano la loro esistenza di figli e divorzi, sacrificano tutto per un successo che fa tanto 'american way of life'.
Chi si accontenta, chi non sacrifica la propria vita alla carriera, è un looser.
C'é tutto, dalla commedia brillante anni 50, che tanto amo, al dramma dell'integrazione razziale e di gender.
Primo inter pares Don Draper, un affascinante e geniale pubblicitario dal folgorante successo e dall'oscuro passato, meravigliosamente interpretato da Jon Hamm, una vera rivelazione.


Vorrei parlare a lungo... ma prima vi invito a vederla: ci tornerò sopra con qualche considerazione dedicata agli (ormai) edotti...



giovedì 14 maggio 2015

F-4b Phantom II, Airfix 1:72

Dunque, dovrei iniziare con la solita introduzione stile captatio benevolentiae: Mi diverto così/non ho la 'mano'/manifesto per un modellismo diverso/etc etc etc…

In effetti non c'é bisogno di cazzate: considero il modellismo un hobby che, per me, ha il sapore del gioco spensierato, un gioco che mi rilassa e che non ho alcuna intenzione di elevare a professione, tantomeno a competizione.
Osservo un livello alquanto basso di attenzione, oltre il quale il gioioso passatempo rischia di diventare un vero impegno: non è la mia storia.
Per fortuna ci sono tanti bravissimi modellisti in giro a nobilitare quest'hobby, capaci di vere opere d'arte, i cui lavori sono una gioia per i nostri occhi.
Io non gioco in serie A, giusto la squadretta della parrocchia potrebbe essermi congeniale...

Ma veniamo alla vittima del giorno…
Si tratta dell'iconico Phantom II, in versione F-4b imbarcata, metà anni 60.
Ed è proprio nel 1965 che uscì questo riproduzione Airfix, quando l'originale era ancor giovane e pienamente operativo sui ponti delle portaerei americane.
Volete saperne di più del Phantom ?
PHANTOM II

Il kit, riproposto continuamente fino all'inizio di questo secolo, e già un po' modificato nel 1971, è davvero obsoleto ed approssimativo, improponibile da tutti i punti di vista.
Quindi, non poteva non piacermi…
Mi sono limitato ad autocostruire l'abitacolo, pressoché assente nell'originale se escludiamo due seggiolini da parrucchiera futuribile, attingendo dalla mia inesauribile banca pezzi… Ho aggiunto qualche antennina e poco più.
Le decal sono di varia provenienza: un vecchio foglio Fujimi, delle antiche Microscale (ripristinate con il liquido Microscale restore) ed un paio di coccarde Airfix…


La scatola in effetti forniva i pezzi per più versioni del fantasma, ma soltanto la 'B' risulta vagamente simile all'originale visto che le altre avevano un carrello di maggior spessore e dei conseguenti rigonfiamenti sulle ali, la cui mancanza sarebbe stata troppo evidente anche per me…

Sotto l'ho ben sporcato: questi vecchi reattori non erano davvero conformi agli standard Euro 6…

Dunque… se escludiamo il kit improponibile,  le licenze poetiche,  le stuccature mediocri,  gli allineamenti perfettibili,  le decal tirate vie,  la colorazione migliorabile ed il weathering alla 'viva il parroco'… il risultato non è male.

Di certo la livrea dei famosi Jolly Rogers fa sempre la sua porca figura...

martedì 12 maggio 2015

Una piccola bomba volante...

La Fieseler Fi 103 è generalmente nota anche ai non addetti ai lavori, con il nomigliolo affibbiatole da Goebbels: Vergeltungswaffe 1, più comunemente V. 1.
I britannici la ribattezzarono Doodlebug o Buzz bomb.
Questo sinistro ordigno volante fu, a tutti gli effetti, il progenitore dei missili da crociera.
Qui un resoconto, piccolo ma esaustivo:
La V. 1

Passiamo al mio solito, modestissimo, lavoro...
Il kit l'ho recuperato da una scatola doppia Airfix, che vede la bomba volante insieme ad un Meteor britannico. L'ho costruita nelle pause di lavorazione ad un altro progetto.
Quando dico '4 pezzi in croce' non usavo un eufemismo...
E' in 1:72 e non sono sicuro dell'effettiva paternità: forse è uno stampo Frog ? Comunque è molto approssimativo.
Sono 4 pezzi in croce... che mi son limitato a compendiare con un'elichetta recuperata dalla mia bamca pezzi e pochissimi altri particolari.
Siamo dalle parti delle sorpresine dell'ovetto Kinder.







Per la colorazione non mi sono fatto particolari patemi: le molte foto disponibili ci mostrano una certa etereogeneità delle livree ed ho deciso per qualcosa che ricordi gli ultimi mesi di guerra.
Per puro divertimento ho optato per gli smalti, usando dei vecchi Molak e dei nuovi Humbrol.

Scartata l'idea di un diorama, con la bomba sulla rampa di lancio o su di un carrellino, ho preferito una posa 'dinamica', in volo, utilizzando uno stecco di legno a mò di scia del pulsoreattore.
Modellismo naive, Kruaxi's style...






giovedì 7 maggio 2015

1992: tangentopoli for dummies





...da un'idea di Stefano Accorsi...


Probabilmente fra qualche anno di questa serie ci ricorderemo soprattutto la dichiarazione testé citata, un vero e proprio tormentone in rete negli ultimi tempi...
La serie è alquanto fresca di 'prima visione', pertanto eviterò spoiler di sorta.

Sigla !

Ho da poco terminato di vedere la prima stagione di questa nuova produzione targata 'Sky', nata dalla penna degli autori che hanno portato in tv le due serie più interessanti degli ultimi anni, parlo ovviamente di fiction italiana, ovvero l'incensato (fin troppo) 'Romanzo criminale' e l'indiscutibilmente ottimo e disturbante 'Gomorra'.
Dieci episodi ambientati nel fatidico 1992, il così detto 'anno di tangentopoli'.
Il plot è alquanto semplice: seguiamo le gesta di alcuni personaggi che vivono ed agiscono negli ultimi giorni della 'Milano da bere': il pubblicitario rampante, il poliziotto della squadra del giudice Di Pietro, l'annoiata figlia di un industriale, il rozzo 'politico per caso', l'aspirante starlette...
Sullo sfondo, personaggi e vicende reali frammiste a pura fiction.
Non è certo una novità... si tratta di un gioco che oltre oceano fanno, spesso con ottimi risultati, da sempre ma che, da noi, pare ancora difficile da gestire...
Il problema è sempre lo stesso: impossibile citare il passato, specialmente quello recente, senza forzate ideologizzazioni e revisionismi vari, tipiche di un paese che sa raccontarsi soltanto tramite banali agiografie, false ed irritanti, od improbabili revisionismi ad uso della classe politica in carica nel momento.
Se qualcuno pensa di vedere in 1992 un racconto su Tangentopoli non potrà che rimanere deluso.
Le note vicende sono soltanto uno sfondo, una scusa, un palcoscenico calpestato da personaggi che raccontano le loro storie ne più ne meno come potrebbero fare in mille altri scenari di pura fantasia: è giusto sia così ed è velleitario cercarci altri significati, tanto che le (rare) polemiche sulla 'precisione' dei fatti in sottofondo sono quanto meno ridicole e provinciali.
Tangentopoli è soltanto uno specchietto per le allodole, un divertissement per spettatori smaliziati, questi ultimi alle prese col gioco, ozioso, di veder interpretati personaggi famosi da attori più o meno somiglianti all'originale... da segnalare che, fortunatamente, il rischio parodistico-pecoreccio stile Bagaglino viene evitato.
Fra un Mario Chiesa messo alle strette ed un Falcone saltato in aria, ci ritroviamo a seguire le vicende di un gruppo di sfigati, tutti inevitabilmente con 'inconfessabili' segreti nel loro retroterra.
Nella miglior tradizione del teatro dell'arte sono tutti discretamente stereotipati: Accorsi (che avrà anche delle idee, ma che non posso certo definire un attore particolarmente versatile) è l'ex militante della sinistra extraparlamentare, diventato uomo di successo al servizio delle dinamiche capitaliste, Guido Caprino è un ex militare del profondo nord, uno sbandato che si ritroverà deputato in parlamento grazie alla marea montante leghista, Miriam Leone tenta, senza troppe fortune, la scalata al successo passando per mille letti, regalandoci peraltro le sue indubbie grazie senza troppe censure... e così via.
I personaggi a volte interagiscono, a volte si sfiorano soltanto, carnefici e vittime travolte dagli eventi in un periodo di radicali mutamenti, tanto radicali da esser facilmente etichettabili come gattopardeschi... siamo in Italia, tanto per non uscire dagli stereotipi, no ?
Si guarda, volentieri: il budget è buono e ben sfruttato, la regia ha una mano sicura ed evita strade autoriali difficili da percorrere, nonché poco gradite alla sempiterna casalinga di Voghera che, se è vero che ha da tempo sdoganato amplessi simulati e turpiloquio, ancora non gradisce messe in scena men che lineari, al più inframmezzate da qualche telefonato flashback.
Più che di Tangentopoli, 1992 pare maggiormente interessata a raccontare le condizioni che porteranno alla 'discesa in campo' di Berlusconi, pur se nell'ambito della fiction totale.
Che altro dire... qualche discutibile inserto di 'meta pubblicità' (un nome solo: Giovanni Rana...), certi palesi rimandi all'inarrivabile 'Mad men' e la sensazione finale di esser stati gentilmente, piacevolmente, presi in giro.
Obbligatoria menzione d'onore alla discussa e discutibile interpretazione della Tea Falco, diventata un vero meme per il popolo della rete: ad esser sinceri ho trovato il suo modo di recitare, a partire dalla dizione biascicata e quasi inintelligibile, adeguatissima al personaggio.
Consigliato, fosse soltanto perché, nel deprimente panorama delle produzioni italiote, c'è davvero poco altro oltre la sufficienza.

sabato 2 maggio 2015

Visto che si parlava di 'lost cosmonauts'...

5564207101_823d220aa0Un'infarinatura sui Lost cosmonaut, i presunti cosmonauti morti in missioni tenute segrete…



Una delle bufale dure a morire…

Immagino di rispondere ad un dubbioso… ma disponibile a capire.
Inutile parlare con un complottista.


Alcuni punti di riflessione, a dimostrazione del fatto si tratti soltanto di una leggenda


Quella dei 'Lost cosmonauts' è una bufala, pura disinformazione studiata ad arte, in cui molti media occidentali cascarono con tutte le scarpe, diventando (inconsapevoli, credo...) complici di giochetti diffamatori tipici della Guerra fredda.
Assolutamente indicative a riguardo le 'registrazioni dallo spazio' dei fratelli Judica-Cordiglia. Sta di fatto che:
a) i primi a non credere ai 'Lost cosmonauts' sono proprio gli americani, che già dalla fine degli anni 50 tracciavano tutti i voli sovietici.
b) nessuna nazione, soprattutto allora, è mai stata in grado di produrre programmi spaziali alternativi e paralleli, ed oggi come oggi sappiamo tutto del programma spaziale sovietico. I missili servivano per colmare il gap sovietico in fatto di bombardieri atomici, e Korolev inizialmente ebbe non pochi problemi per riuscire ad usarli anche per il volo umano nello spazio
c) con la caduta del Muro siamo venuti a conoscenza di tutti i veri problemi che hanno avuto, spesso gravissimi, come l'esplosione di un missile sulla rampa nei primi anni 60 che uccise più di cento persone od il fallimento 'fragoroso' dei super missili lunari N1: beninteso, gli americani sapevano già tutto allora
d) le volte che hanno avuto vere tragedie in volo i sovietici non hanno potuto nasconderlo, vedi la morte di Komarov (un eroe) sulla Soyuz 1 ed i tre cosmonauti periti sulla Soyuz 11
e) ovviamente gli americani avrebbero avuto tutto da guadagnare 'sputtanando' i russi, ma non l'hanno fatto poichè NON ci sono mai stati Lost Cosmonauts, e l'apertura degli archivi più segreti nel post muro non ne contiene traccia alcuna... mentre delle centinaia di morti sui sommergibili nucleari, gli aerei sperimentali, le esplosioni atomiche di prova, etc etc oramai sappiamo tutto: sapremmo anche dei Lost Cosmonauts, tranquillo
f) ci furono altri esempi di disinformazione all'epoca: ebbe un certo successo una pubblicazione di uno 'scienziato' belga che sosteneva come tutti i cosmonauti fossero tornati 'pazzi' dallo spazio. Ovviamente fu presto dimenticata, ma all'epoca serviva...
g) I veri problemi furono altri, e li abbiamo appresi tutti dopo il 1989 (noi, gli americani sapevano, ripeto…)
-la morte della cagnetta Laika soltanto poche ore dopo il lancio, per ipertermia, e non giorni dopo come affermato dai sovietici-il mancato distacco dei retrorazzi di frenata, che quasi portò la Vostok di Gagarin a rientrare con un angolo sbagliato, rischiando di rimbalzare sull'atmosfera o di bruciare
-la morte di Bordarenko durante l'addestramento, in una camera iperbarica che prese fuoco (come successe ai tre astronauti dell'Apollo 1)
-il rientro anticipato per mancato distacco dell'ultimo stadio della Soyuz 5
-il fatto che i cosmonauti delle Vostok NON atterravano insieme alla capsula, ma dovevano eiettarsi prima, tenuto nascosto al pubblico a lungo. La Tereskova si ferì durante questa azione
-l'anormale pressurizzazione della tuta di Leonov, durante la prima passeggiata spaziale, che per poco quasi gli impedì di poter tornare a bordo della Voshkod... e le ulteriori gravi difficoltà nel richiudersi dietro le spalle il portellone della stessa
-il fallimento del programma lunare sovietico, programma che i russi negarono a lungo di aver mai avuto-l'esplosione sul pad di una Soyuz nel 1985, con i cosmonauti salvi per miracolo grazie al sistema di eiezione capsula, frazioni di secondo prima del crollo del missile
-in tempi più recenti, l'impatto fuori corsa della Progress di rifornimento sulla MIR nel 1997, che quasi causò una catastrofe senza precedenti

...e sono solo le prime che mi vengono in mente...
Che dire... i Lost cosmonauts, ne sono certo, sono oramai solo una leggenda che si autoalimenta in rete, come l'idiozia del 'finto allunaggio lunare', 'gli extraterrestri sulla Luna', etc etc etc
Mi spiace, perchè queste cose sminuiscono la grandezza di quella che fu, fra tante contraddizioni, una stagione (pare) irripetibile di quanto l'uomo possa fare, se vuole...
Ma oramai siamo nel secolo dell'irrazionalità, tutto è un complotto, si preferisce la via breve della macchinazione oscura, che tutto spiega e niente spiega, alla semplice constatazione dei fatti che, si, ci sono, e possono essere approfonditi.
E via di piramidi costruite dagli alieni, complotti giudaico massonici, scie chimiche, rettiliani, religioni e sette, etc etc etc
Beninteso, non voglio fare reprimende a nessuno, se non invitare a più approfondite ricerche dei fatti, anzichè portare avanti semplici dicitur, veri e propri cancri della (dis)informazione, ed un'offesa a chi la storia l'ha fatta.

Gagarin: primo nello spazio



Trasmesso su Rai 3 in occasione del 54° anniversario del lancio (12 aprile 1961), si tratta di un piccolo film russo del 2013 (Гагарин: первый в космосе, translitterato: Gagarin: pjervyi v kosmosje ).
Chiariamo subito che Gagarin fu effettivamente il primo uomo nello spazio, con buona pace dei complottisti devoti ai così detti 'lost cosmonaut', bufala particolarmente in voga in Italia fin dai primi anni 60, grazie soprattutto alle discusse 'intercettazioni' radiofoniche dei fratelli Judica Cordiglia: ci torneremo sopra.

Sigla !

La pellicola ripercorre, invero con una notevole precisione storica, gli accadimenti di quel fatidico giorno di aprile, che videro la Vostok  raggiungere l'orbita, per la prima volta con un uomo a bordo.
Nei frequenti flashback vediamo il giovanissimo Yuri sopravvivere agli stenti ed alle minacce durante l'occupazione tedesca, successivamente lo ritroviamo quale valente allievo ufficiale pilota nell'Unione sovietica degli anni 50 e non ci verranno ovviamente risparmiati edificanti quadretti familiari: il rapporto con l'umile, ma onesta, famiglia contadina, l'amore per la donna che diventerà sua moglie, la nascita delle figlie, i rapporti con i colleghi, etc etc...
Il film, alla fin fine, è poco più di un buon documentario, quello che ti aspetteresti dalla BBC o da History channel: tutti i personaggi sono dei cartonati che ripetono pedissequamente frasi, e vivono situazioni, che la storiografia ci ha riportato, senza particolari guizzi ne approfondimenti.
Decisamente non ci troviamo davanti ad un nuovo 'Uomini veri' (The right stuff) in salsa falce e martello, per quanto ogni tanto la regia e la sceneggiatura si arrischino in improbabili virtuosismi niente affatto originali.
Come opera cinematografica in se è poca cosa.
Il film
E' molto più interessante leggere fra le righe...
L'attuale Russia ha l'evidente volontà di riprendere a pieno una posizione mondiale di primo piano, non solo come 'superpotenza militare' ma, anche e soprattutto, quale alternativa all'occidente 'corrotto e decadente'. Passata la sbornia (è il caso di dirlo) post caduta dell'URSS, che vide il paese disintegrarsi economicamente e moralmente, l'attuale dirigenza, archiviato il comunismo, punta tutto sul panslavismo più sciovinista. Lo stesso regime sovietico, liberamente ed acriticamente
La realtà
demonizzato negli anni di Yeltsin, diventa soltanto un'espressione poco felice, ma giustificabile, della storia russa: una necessaria risposta di sopravvivenza alla minaccia occidentale.
I sovietici vengono descritti come persone semplici, 'vere', senza strani desideri per la testa se non un genuino amore per la propria patria; l'orgoglio e la gioia della folla moscovita alla notizia che un uomo, un compatriota, stava  volando a centinaia di chilometri sopra la loro testa è forse una delle scene più autentiche del film, per quanto fin troppo enfatica nella recitazione.
Nonostante le mille dicerie, spesso create ad arte, si fa fatica a trovare lati oscuri nella vita del pilota di Smolensk ed il rischio agiografico non pare mettere paura alcuna agli sceneggiatori.
Aggiornatisi alle nuove alleanze di potere del terzo millennio, che vedono nella chiesa ortodossa russa un importante caposaldo del nuovo regime, si dimenticano frasi famose attribuite a Gagarin (lassù non ho trovato Dio) e si suggerisce che, anche nell'epoca dell'ateismo di stato, la figura divina apparisse spesso nei pensieri e nelle parole dell'Homo Sovieticus...
Gagarin, prima ancora che un passeggero della grezza, ma efficace, Vostok, torna ad essere un 'eroe', figura retorica tanto cara alla cultura dell'est, buona per tutte le stagioni e per tutti i regimi.
Altri edificanti protagonisti sono la Famiglia, imprescindibile vista l'omofobia professata espressamente dalla politica Putiniana imperante, e l'Amicizia come valore assoluto.
Cosa resta ? In definitiva una visione piacevole e storicamente accurata di quello che fu un evento grandioso ed indiscutibilmente importante, attori alquanto somiglianti ai protagonisti originali (altro clichè della cinematografia russa) ed il piacere, quasi voyeuristico per un appassionato di astronautica come il sottoscritto, di veder agire sullo schermo volti associati a nomi come Titov, Komarov, Bordarencho e, soprattutto, al grande 'progettista capo' Korolev...
Discreti effetti speciali, assai curati anch'essi nel riprodurre l'effettivo svolgimento dei fatti.
Non un gran film, soltanto un buon ed onesto documentario.