Trasmesso su Rai 3 in occasione del 54°
anniversario del lancio (12 aprile 1961), si tratta di un piccolo
film russo del 2013 (Гагарин: первый в космосе,
translitterato: Gagarin: pjervyi v kosmosje ).
Chiariamo subito che Gagarin fu
effettivamente il primo uomo nello spazio, con buona pace dei
complottisti devoti ai così detti 'lost cosmonaut', bufala
particolarmente in voga in Italia fin dai primi anni 60, grazie
soprattutto alle discusse 'intercettazioni' radiofoniche dei fratelli
Judica Cordiglia: ci torneremo sopra.
Sigla !
La pellicola ripercorre, invero con una
notevole precisione storica, gli accadimenti di quel fatidico giorno
di aprile, che videro la Vostok raggiungere l'orbita, per la prima
volta con un uomo a bordo.
Nei frequenti flashback vediamo il
giovanissimo Yuri sopravvivere agli stenti ed alle minacce durante
l'occupazione tedesca, successivamente lo ritroviamo quale valente
allievo ufficiale pilota nell'Unione sovietica degli anni 50 e non ci
verranno ovviamente risparmiati edificanti quadretti familiari: il
rapporto con l'umile, ma onesta, famiglia contadina, l'amore per la
donna che diventerà sua moglie, la nascita delle figlie, i rapporti
con i colleghi, etc etc...
Il film, alla fin fine, è poco più di
un buon documentario, quello che ti aspetteresti dalla BBC o da History channel: tutti i personaggi sono dei cartonati che ripetono
pedissequamente frasi, e vivono situazioni, che la storiografia ci ha
riportato, senza particolari guizzi ne approfondimenti.
Decisamente non ci troviamo davanti ad
un nuovo 'Uomini veri' (The right stuff) in salsa falce e martello, per
quanto ogni tanto la regia e la sceneggiatura si arrischino in improbabili virtuosismi
niente affatto originali.
Come opera cinematografica in se è poca
cosa.
Il film |
E' molto più interessante leggere fra
le righe...
L'attuale Russia ha l'evidente volontà
di riprendere a pieno una posizione mondiale di primo piano, non solo
come 'superpotenza militare' ma, anche e soprattutto, quale
alternativa all'occidente 'corrotto e decadente'. Passata la sbornia
(è il caso di dirlo) post caduta dell'URSS, che vide il paese
disintegrarsi economicamente e moralmente, l'attuale dirigenza,
archiviato il comunismo, punta tutto sul panslavismo più
sciovinista. Lo stesso regime sovietico, liberamente ed acriticamente
La realtà |
I sovietici vengono descritti come
persone semplici, 'vere', senza strani desideri per la testa se non
un genuino amore per la propria patria; l'orgoglio e la gioia della
folla moscovita alla notizia che un uomo, un compatriota, stava volando
a centinaia di chilometri sopra la loro testa è forse una delle
scene più autentiche del film, per quanto fin troppo enfatica nella
recitazione.
Nonostante le mille dicerie, spesso
create ad arte, si fa fatica a trovare lati oscuri nella vita del
pilota di Smolensk ed il rischio agiografico non pare mettere paura
alcuna agli sceneggiatori.
Aggiornatisi alle nuove alleanze di
potere del terzo millennio, che vedono nella chiesa ortodossa russa un
importante caposaldo del nuovo regime, si dimenticano frasi famose
attribuite a Gagarin (lassù non ho trovato Dio) e si suggerisce che,
anche nell'epoca dell'ateismo di stato, la figura divina apparisse
spesso nei pensieri e nelle parole dell'Homo Sovieticus...
Gagarin, prima ancora che un passeggero
della grezza, ma efficace, Vostok, torna ad essere un 'eroe', figura
retorica tanto cara alla cultura dell'est, buona per tutte le
stagioni e per tutti i regimi.
Altri edificanti protagonisti sono la
Famiglia, imprescindibile vista l'omofobia professata espressamente
dalla politica Putiniana imperante, e l'Amicizia come valore
assoluto.
Cosa resta ? In definitiva una visione
piacevole e storicamente accurata di quello che fu un evento
grandioso ed indiscutibilmente importante, attori alquanto somiglianti ai
protagonisti originali (altro clichè della cinematografia russa) ed
il piacere, quasi voyeuristico per un appassionato di astronautica
come il sottoscritto, di veder agire sullo schermo volti associati a
nomi come Titov, Komarov, Bordarencho e, soprattutto, al grande
'progettista capo' Korolev...
Discreti effetti speciali, assai curati anch'essi nel riprodurre l'effettivo svolgimento dei fatti.
Non un gran film, soltanto un buon ed
onesto documentario.
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