Ben poco tempo ultimamente per star dietro a questo blog. Impegni, lavoro e... modellismo.
Già, modellismo, come sempre e con nuova linfa. Almeno per questo 2016 ho deciso di dedicarmi pressochè completamente al wargame, 'Bolt action' nella fattispecie, come già annunciato.
I miei amati aerei in 1:72 possono aspettare per un po'.
Indipendentemente dalla mia futura carriera da giocatore, tutta da confermare, è un'ottima scusa per... giocare ai soldatini, facendo finta si tratti di un impegno serio e giustificato dalla passione per la Storia.
Passione autentica, beninteso, ma per costituzione non riesco a non essere onesto: in primis è il semplice desiderio di continuare a giocare, come da bambini, la molla che spinge il tutto...
Sono molto indietro con lo studio del regolamento, peraltro comunque abbordabile, ma qualche progresso l'ho fatto nel costruirmi l'Esercito annunciato in pompa magna nel precedente post a riguardo... ma su questo tornerò più avanti. Oggi voglio parlare di un aspetto con il quale mi sono subito confrontato iniziando a frequentare questi lidi: la scala.
Bolt action usa ufficialmente figurini in 28mm, 'dimensione' accostata all'1:56.
Il 28mm è da sempre un must fra i wargamer britannici (se è vero che i 'giochi di guerra' nascono in Prussia, è in terra d'Albione che divennero un passatempo 'popolare'), ed è utilizzata da grandi 'classici' come Warhammer e Warhammer 40.000 della Games workshop. Tale dimensione ha un doppio scopo: permettere battaglie di piccole dimensioni, schermaglie, con un numero relativamente limitato di pezzi ed esaltare il piacere 'estetico', visto che, nelle giuste mani (non le mie...) si possono ricavare dei veri e propri capolavori da queste (non così) piccole miniature.
Dunque... qual'è il problema ? Il problema è che 28mm non è una scala, è un assunto, una convenzione.
Se un mezzo meccanico si può tranquillamente ridurre in scala, basta aver disponibili le dimensioni reali, così non è quando si parla di esseri viventi. Gli uomini, come gli animali, mal si prestano ad una riduzione in scala che non sia soggetta a compromessi. Se 28mm equivale ad 1:56, correggetemi se sbaglio, un figurino di queste dimensioni rappresenterebbe un uomo alto circa 157cm. Un autentico 28mm, considerando l'altezza media di un fante della WW2, è molto più prossimo all'1:62, visto che ci restituirebbe un uomo alto circa 173 cm... e qui iniziamo a divertirci... escludendo la basetta, le miniature della Warlord che ho sottomano (per chi non lo sapesse, la britannica Warlord è la proprietaria di 'Bolt action') viaggiano tutte sull'ordine dei 32mm e più, anche molto di più.
Quel che un po' confonde le idee è il fatto che, storicamente, i figurini da wargame preferiscono in genere una morfologia innaturale, con teste enormi ed arti ugualmente sovradimensionati su corpi spesso tozzi: non è un caso, nasce dall'esigenza di avere oggetti facili da dipingere e di sicuro effetto scenico, ma non cercateci una riproduzione realistica delle proporzioni umane. Tale genere viene detto 'eroico' dai britannici e, francamente, lo trovo piacevole. Su un tavolo da gioco fanno una bellissima figura mentre, ça va sans dire, sembrerebbero ridicoli in un diorama 'realistico'.
Questi simpatici 'tombolini' sono della 1st corp miniatures: se avete amici con queste proporzioni immagino lavorino al Circo...
Quando parliamo di 28mm usiamo dunque un termine improprio, un puro compromesso a prescindere, una convenzione, come dicevo in apertura.
I problemi veri nascono con i mezzi militari da accostargli...
E qui, leggo in rete, nascono infinite diatribe.
La Warlord pubblicizza i suoi mezzi militari, peraltro pregevoli e semplici da costruire, propedeutici alla verniciatura, come 1:56.
Per motivi spesso semplicemente logistici è uso di molti utilizzare anche mezzi in 1:48. La cosa è vista poco bene da molti giocatori, per ragioni di 'uniformità ed armonia' ma... quale uniformità ?
In effetti i mezzi in 1:56 appaiono generalmente sottodimensionati ad un occhio attento, anche e soprattutto rapportandoli ai figurini della Warlord. L'1:48 appare forse un po' troppo grande ma... vediamo... prendendo in prestito una foto da questo sito: http://www.sg-lynx.net/?p=1324
In primo piano uno Sherman Warlord 1:56, dietro lo stesso carro in 1:48 della Tamiya.
Messi accanto, le diverse scale sono evidenti ma questo è (ancora) ininfluente per le dinamiche del gioco: non saranno i millimetri di differenza fra i due a comportare veri problemi nell'applicazione del regolamento... perlomeno, studiandomelo, non ho percepito niente del genere.
Allo stesso tempo, se tornate a guardare la foto in questione, davvero lo Sherman Warlord non vi sembra piccolo al confronto del fante (Warlord...) che ha davanti ?
Un'occhiata a qualche scatto reale dovrebbe essere indicativa: questa, ad esempio:
Guardate questi ipervitaminizzati fanti americani, senza dubbio di altezza media superiore a, chessò, un fantaccino italico dello stesso periodo...
Probabilmente lo Sherman in 1:48 sarà troppo grande rispetto al ns soldato Warlord, ma non più di quanto appaia piccolo lo Sherman Warlord rapportato al suddetto fante...
Insomma, a parer mio, rientriamo in un range di tolleranza del tutto accettabile.
Inoltre, guardando alcune scatole di mezzi della Warlord, scopro che contengono membri dell'equipaggio decisamente piccoli rispetto ad altri soldati in teoria sempre '28mm'...altrimenti certe 'armonie' andrebbero a farsi benedire... Aggiungo inoltre che gli stessi mezzi Warlord sono tutto fuorchè fiscali nel rispettare la scala dichiarata 1:56: armatevi di righello, cercate le dimensioni reali del mezzo in questione e basteranno semplici calcoli per vedere come, anche in questo caso, la scala 'costante' sia pia illusione.
E per tornare ai fanti...
Quello a sn è un bel (nonostante la mia pessima cura) fante in plastica della Warlord, quello a dx è un Tamiya 1:48... quest'ultimo dovrebbe essere molto più grande in teoria, no ? Invece, a parte le differenze di approccio proporzionale, vi sembrano davvero incompatibili ?
Beh, tutto questo panegirico per dire che, alla fin fine, parliamo di pedine, pedine bellissime e le cui dimensioni sono importanti per motivi quali la visuale di tiro, l'ingombro, etc etc... ma non credo ci sia da darsi troppa pena per... così poca differenza.
Chiaramente è questione di gusti, sempre non si parli di tornei ufficiali dove immagino sia giusto e doveroso usare prodotti Warlord e basta: mi limito ad esporre il mio pensiero nei riguardi di chi ritiene l'1:48 del tutto incompatibile con altri prodotti che, semplicemente, hanno scritto 1:56/28mm sulla confezione...
Per quel che mi riguarda, l'unico dogma che mi son dato è di evitare di mischiare, per motivi puramente estetici, modelli riproducenti lo stesso mezzo in scale diverse nel mio esercito... ma, sul mio tavolo, eventuali futuri avversari potranno fare quel che più gli aggrada, rimanendo entro il range esposto...
'Ivan… mi sa che abbiamo sbagliato… non dovevamo svoltare a destra dopo Rigutino...'
Tralasciamo i soliti luoghi comuni… è possibile che chi ami giocare ai wargame abbia un immaginario discutibile ma, diciamocelo, non risulta che questi vadano poi in giro a sparare alla gente, anzi…
E' vero che la storia del combattimento simulato, ovvia evoluzione di mille giochi antichi che vedono negli Scacchi l'esempio più famoso e rappresentativo, nasca come esercitazione propedeutica alla guerra vera, soprattutto sui tavoli dell'aristocrazia guerriera germanica ma, fin da subito, fu ovvia l'enorme potenzialità ludica di tali pratiche, che conobbero un'evoluzione ed una diffusione popolare, quasi esclusivamente nei paesi anglosassoni, che continua ancora oggi.
Tralasciando boardgame e simulazioni al computer, che meriterebbero ampie trattazioni a parte, concentriamoci sul 'tridimensionale', ovvero su giochi che fanno uso di pedine, generalmente realistiche miniature, su tavoli preparati per simulare un terreno di scontro, basandosi su un qualche regolamento pensato per essere, se non realistico, logico.
Questi giochi, ad essere onesti, sono una naturale evoluzione dei fantastici combattimenti fra 'soldatini' che la mia generazione combatteva regolarmente ogni pomeriggio, a volte in gruppo fra le piante del giardino, più spesso in casa, magari in solitario, regolarmente sul pavimento, attenti più che al fuoco nemico al temibilissimo intervento aereo di mamme e nonne, capace di distruggere un intero esercito con disarmante facilità, alla stregua di bombe atomiche…
E… no, ribadisco: magari queste fascinazioni avranno fatto di voi un nerd od un geek ma di certo non un teppista da strada… altro argomento che ritengo pleonastico approfondire.
Fascinazione che subisco fin da ragazzino.
Per imprinting e predisposizione, mio malgrado (?), sono sempre stato molto più affine a questo tipo di passatempo che a quelli 'fisici': giusto o sbagliato è considerazione soltanto personale nonché sempre e comunque opinabile.
Tuttavia, alla fin fine, ho sempre osservato da lontano il mondo dei wargame, senza mai prenderne davvero parte. Le cause sono molteplici: in primis la logistica, che non mi ha mai permesso di frequentare persone con gli stessi interessi in modo continuativo ma, più ancora, la mia naturale accidia e la scarsa predisposizione al concetto stesso di 'gruppo' e di 'appartenenza', spesso al limite della sociopatia.
Aggiungerei che anche il regolamento più semplice richiede memoria, la capacità di memorizzare regole e tabelle… e la mia ram è notoriamente alquanto evanescente ed inaffidabile.
Quindi ho esperienze estremamente limitate.
Da giovanissimo giocai qualche piacevole partita, generalmente in solitaria, utilizzando un semplice regolamento (che ancora possiedo) pubblicato su di una rivista di modellismo degli anni 70. Tale gioco si chiama 'Posto di combattimento', se ben ricordo, ed è una simulazione di scontri navali nella seconda guerra mondiale, pensato particolarmente per l'uso di miniature in scala 1:1200.
Semplice e veloce, per giocarlo è sufficiente un bel pavimento, che la fantasia vi farà diventare un ampio spazio marittimo, un metro, un goniometro, un foglio di carta ed una penna… e miniature, o quel che volete, a rappresentare le flotte avversarie a livello di singola nave.
Dimenticavo: il caso era gestito da un doppio mazzo di carte da scala quaranta al posto dei 'soliti' dadi.
Ero arrivato ad avere una discreta flotta, composta da modellini Esci, più o meno dipinti, e qualche die cast di chissà quale marca. Se poi la Vittorio Veneto combatteva nella stessa squadra della Yamato… beh… diciamo che già amavo l'ucronia…
Tralasciando la parimenti limitata esperienza nei boardgame, faccio un salto quantico ed arrivo al 1999, anno del mio ritorno ad Arezzo. Frequentando all'epoca un giro orbitante un negozio di giochi e fumetti, mi convinsi ad intraprendere la creazione di un esercito per giocare a Warhammer, wargame fantasy tridimensionale che all'epoca stava prendendo piede anche in Italia, proveniente dalla Gran Bretagna, patria della maggioranza di questi giochi. Fu un'ottima scusa per un primo, temporaneo, ritorno al modellismo… comprai e dipinsi molte miniature, si tratta di 28mm, ma non giocai mai davvero se non un paio di partitelle introduttive dove feci poco più che da spettatore. Ad essere onesti il fantasy non è mai stato nelle mie corde e, se la logica mi può permettere di compensare la memoria gestendo regolamenti realistici, così non è quando si parla del coinvolgimento di 'magie' e cose del genere nell'ambito del gioco.
In ogni caso riprendere i pennelli in mano, al netto dei primi, scoraggianti, risultati, mi permise di iniziare a farmi un po' di mano… quella poca che continuo ad avere.
Abbandonai tutto nel giro di un anno e le molte miniature dipinte sono perlopiù disperse o finite nella scatola dei rottami cannibalizzabili. Sarai tornato, definitivamente, al modellismo soltanto nel tardo 2008…
Qualche esempio di quelle produzioni. Come dicevo, è tutto sparito qua e là.
Una maga dal sopracciglio gentile ed un assassino (?) dall'aspetto incazzato
Un branco di simpatiche canaglie con le scope sul casco (non omologato)
Questi sono nervosi proprio...
Arcieri, le prime miniature che abbia mai dipinto e… si vede benissimo !
E si arriva agli anni 10 del XXI° secolo.
M14/41… pronti a farsi ammazzare...
Internet ci permette di accedere a 'meraviglie' mai immaginate e le voglie aumentano.
Già pochi anni fa comprai un regolamento, sempre britannico of course, per battaglie della seconda guerra mondiale, Flames of War.
Presi anche qualche miniatura, 1:100, ma non ne feci poi nulla per i soliti motivi.
Un Renault R.35
Ho comunque i pochi carri verniciati pronti in vetrina: su FoW ho assolutamente intenzione di tornarci sopra in futuro. Non sembra essere un regolamento troppo complicato di base
e le dimensioni delle miniature permettono spazi di gioco ragionevoli. Per le mie esigenze, casomai, c'é da dire che serve dipingere un cospicuo numero di miniature per avere combattimenti degni di nota: forse troppe, e troppo piccole, per essere gestibili dal sottoscritto.
Ed eccoci ai giorni nostri.
I tempi sono maturi… prima che marciscano del tutto voglio finalmente approfondire l'argomento. Non ha importanza se sarà un amore passeggero o qualcosa di più concreto, parallelo eppur intersecato all'ormai irrinunciabile passione per il modellismo statico.
Da qualche anno ha un discreto successo un nuovo regolamento, davvero semplice di partenza e gestibile come pochi altri nel numero di miniature richieste per una minima partenza: Bolt action.
E' sempre ambientato nella seconda guerra mondiale ma è a livello di skirmish, ovvero di schermaglia fra poche unità, sull'ordine del plotone o poco più: un tattico insomma, che richiede miniature in 28mm.
Fabrizio studia il campo di battaglia...
Ne venni a conoscenza l'estate scorsa, comprando un carro dell'Italeri 'easy assemble', ovvero un prodotto semplificato e facile da costruire, pensato appunto per i wargame. E' in 1:56, scala assimilabile al 28mm. Il regolamento è della britannica Warlord, che commercializza un'ormai ampia gamma di figurini e mezzi corazzati ma, è da dirsi, in 28mm si trova molto materiale di marchi svariati.
Studiandoci un po', scopro che è francamente più gestibile di altri e l'ho subito contingentato…
Arruolando il carissimo amico Fabrizio, che possiede un retroterra molto più tangibile nel campo, mi sono avvicinato a questo gioco con intenzioni serie ed ho subito scoperto che ad Arezzo esiste un gruppo di wargamer piuttosto nutrito e, cela va sans dire, agguerrito…
Truppe germaniche asserragliate in una casa in rovina
Norex, uno dei maggiorenti del club, è stato così gentile da farci fare uno scontro di prova, con un paio di piccoli eserciti di loro disponibilità. Siamo stati ovviamente più che altro spettatori guidati passo passo ma questo ci ha permesso di vedere subito come non sia difficile approcciarsi a questo sistema di gioco e trarne divertimento.
Brutta fine per il mio Sherman
Per la cronaca… lo scontro, fatto con eserciti da 750 punti (ovviamente c'é un sistema a punteggio, per rendere bilanciati gli schieramenti), è terminato allo scadere del sesto turno, pur essendocene disponibile un settimo, opzionale e casuale, che non abbiamo fatto per motivi d'ora tarda. Io avevo i britannici, Fabrizio i tedeschi. Io ho vinto ai punti in base agli obiettivi da raggiungere, lui ha decisamente fatto più vittime fra i miei tommy di quante ne abbia avute.
E' l'inizio.
Almeno per ora non mi iscriverò al club: è una cosa impegnativa che è giusto fare soltanto se pienamente convinti, per non parlare della mia scarsa predisposizione, mille volte sperimentata, all'appartenenza a qualsivoglia gruppo… Un problema mio che soltanto di recente ho capito di non poter combattere.
Intanto sono in attesa di questa scatola base, che ci darà tutto il necessario per due piccoli 'eserciti' da 500 punti cadauno…
(Compreso nel prezzo anche un Panzer IV: butta via…)
Mentre mi è già arrivata questa bella scatola di fanti sovietici…
Soprattutto, ho terminato in un paio di giorni il mio primo carro, quello Sherman acquistato per caso di cui parlavo. A fronte dell'indubbia semplificazione dei particolari e della costruzione pensata per resistere alla manipolazione, piuttosto che a restituire un'immagine impeccabilmente realistica, devo dire che non mi sembra malvagio come colpo d'occhio, nonostante la mia mediocre capacità modellistica.
Questa situazione ha dato inoltre il via al mio ultimo programma di formattazione di casa… mancava solo una stanza da sistemare, una piccola cameretta usata come ripostiglio in pratica. Adesso inizierò a lavorarci per farne una piccola ludoteca.
Sherman M4A2, in una generica livrea sovietica...
Passerà del tempo ma… prima o poi vi documenterò il primo, vero scontro 'autarchico'…
Ed ecco che si iniziano a toccare temi delicati, peraltro oggi particolarmente in primo piano: fin dove ci si può spingere pur di far trionfare i propri ideali ?
Banale quanto si vuole ma, in tempi pre 11 settembre, se ne parlava con più tranquillità e… lucidità.
Nell'introduzione vediamo il dottor Bashir incontrare per la prima volta un personaggio che sarà la quintessenza dell'ambiguità, Garak.
Garak.
Comprereste un'auto usata da quest'uomo ?
E' un sarto cardassiano… che ha mantenuto la sua attività sulla stazione. Sembra palese si tratti di una spia, fin troppo palese.
Bashir rimane colpito ed affascinato da questo personaggio, stupito per essere stato 'scelto' come riferimento da parte della 'spia'.
Garak ha modi affabili ed amichevoli, a volte melliflui. Le sue intenzioni appaiono talmente chiare da essere… dubbie.
Ma su Deep Space Nine succede ben altro: una nave entra nello spazio bajoriano, inseguita dai cardassiani; l'occupante si salva in extremis grazie al teletrasporto della stazione. Kira incontra così una sua vecchia conoscenza, un combattente della resistenza che, lungi dal ritenere conclusa la battaglia, lotta ancora contro i cardassiani e contro lo stesso governo provvisorio di Bajor: Tahna. Tahna è uno degli elementi di spicco dei Kohn-Ma, un gruppo estremista che rifiuta ogni compromesso con gli ex invasori, nonché ogni coinvolgimento con la Federazione.
I cardassiani inferociti ne richiedono la consegna, ma Kira sostiene da subito la necessità gli venga offerto asilo politico, nonostante sia considerato un criminale anche dal governo di Bajor.
Sisko dovrà decidere, ma chiede da subito importanti garanzie a Kira, sia riguardo alla sua fedeltà, sia sulle effettive intenzioni di Tahna che, intanto, ha annunciato di voler abbandonare la lotta armata.
Preoccupata da quello che ritiene un tergiversare, Kira scavalca la scala gerarchica e contatta l'ammiraglia di zona della Federazione, accusando Sisko di indecisione e pregiudizio.
Il comandante è tutt'altro che un uomo avulso alle responsabilità… e Kira se ne accorgerà presto.
Tahna sembra sincero nella sua decisione. Intanto O'Brien, veterano della guerra fra Cardassia e la Federazione, non nasconde la sua avversione per gli invasori di Bajor, parlando con Sisko delle sue esperienze. Durante un tumultuoso incontro con il Gul al comando della task force cardassiana, Sisko decide di concedere asilo a Tahna, comunque conscio di assumersi non poca responsabilità.
L'entusiasmo di Kira per tale scelta la porta a complimentarsi col comandante ma... Sisko era stato informato da subito delle discutibili azioni di Kira dalla stessa ammiraglia della Federazione: dove Picard avrebbe usato della gelida diplomazia e Kirk, probabilmente, una delusione con punte d'isterismo, Sisko usa durezza ed autorità nel 'mettere in riga' la maggiore.
Sisko:Provi ancora a passarmi davanti ed avrò la sua testa su di un vassoio.
E' LUI al comando, e non tollererà mai più simili comportamenti: Kira è avvisata.
Sisko sa 'far brutto'...
Ma altro arriva a turbare Kira.
Tahna inizia a palesare le sue vere convinzioni, nell'ovvia speranza di tirare la maggiore dalla sua parte: Bajor ai bajoriani, via tutti gli stranieri !
Kira argomenta quanto la Federazione sia importante per mantenere il dominio sul tunnel spaziale e sull'importanza enorme di quest'ultimo per l'economia bajoriana. Non sembrano esserci punti di contatto. La maggiore inizia dunque a chiedersi quale siano davvero le intenzioni dell'ex compagno di lotta…
Intanto sulla stazione arrivano, non senza problemi di ordine pubblico, due strane visitatrici, due rinnegate klingon decisamente famigerate: Lursa e B'Etor, della casa Duras. Solo l'azione decisa di Odo riesce a fargli consegnare le armi prima di mettere piede sulla stazione. Odo:Abbiamo delle regole precise. Potete lasciare le armi o lasciare la stazione, a vostra scelta. Lursa:Chi sei ? Odo:Quello che vi consente di scegliere.
Klingon, un popolo dal sobrio aspetto
L'arrivo provoca l'agitazione di Odo, che vorrebbe arrestarle pur senza accuse precise, provocando Sisko che lo invita a mantenere la calma. E' l'ennesimo 'scontro' fra interpretazioni del concetto di giustizia, tanto che Odo arriva quasi a rimpiangere la legislazione cardassiana… Odo:Sa… le leggi cardassiane erano sicuramente oppressive, ma almeno erano… chiare.
Vi è poi un invito a Bashir, da parte di Garak, a tener d'occhio le nuove arrivate…
Nuove arrivate che contatto immediatamente in segreto Tahna, per motivi sconosciuti.
L'incontro viene comunque osservato da Odo, ovviamente sotto mentite spoglie…
Assurdità: è curioso come in una stazione spaziale del XXIV° secolo possano esserci spazi non monitorizzati, ma tanté... Nella miglior tradizione delle gentili sorelline, queste fanno poi immediata visita a Garak, certe si tratti del rappresentante degli interessi cardassiani sulla stazione: gli offriranno con veemenza Tahna, ovviamente non gratis… Garak sembra assecondarle. Intanto la situazione precipita del tutto: Tahna avvisa Kira che è prossima un'azione che metterà fine al coinvolgimento di Bajor con gli altri popoli. Kira è sconvolta e solo la promessa di Tahna che quanto accadrà non esigerà alcuna vita gli impedisce di mettere al corrente Sisko della piega che stanno prendendo gli eventi. Annunciati da Tahna, altri due 'terroristi' arrivano su Deep Space Nine, con l'apparente intenzione di abbandonare anch'essi la lotta armata. Garak invita Bashir a tenerli ben d'occhio, scusa per una gustosa 'semi' citazione… Bashir:Ma io sono un dottore, non una… (Garak lo azzittisce con un cenno della mano). Tutto inizia ad accelerare; fra le klingon e Tahna c'é un accordo: loro gli daranno un piccolo cilindro contenente una sostanza convertibile in esplosivo ad altissimo potenziale, lui le ricambierà con una grande quantità di latinum gold pressed. Apprendiamo inoltre che Tahna aveva derubato i cardassiani di un convertitore di antimateria: con questi due elementi potrà costruire una bomba di inaudito potenziale. Approfondimenti: il latinum gold pressed è la principale valuta dell'Universo Trek, finalmente citata in DS9: il latinum è una delle sostanze più rare e preziose del quadrante, simile al mercurio per le caratteristiche, del quale sono presenti minuscole quantità conservate dentro piccoli lingotti di 'banale' oro. Le sorelline lasciano la stazione, non prima di aver definitivamente venduto Tahna a Garak, rivelandogli, dietro forte compenso, dove i cardassiani potranno trovare il terrorista al di fuori della stazione. Bashir intanto è testimone degli eventi, invitato da Garak ad ascoltare i dettagli della transizione nascosto in una cabina della sartoria… Tahna chiede a Kira una navetta, contando nella sua dedizione alla causa bajoriana. Kira, definitivamente in crisi, ha un illuminante colloquio riguardo i concetti di dovere e fiducia, alla fine del quale informa Sisko di tutto quanto è successo. Così, fingendosi sodale, Kira accompagna Tahna con un runabout all'appuntamento di questi con lo sparviero klingon delle Duras, nascosti da una delle lune del sistema. Tahna non sa che Sisko e O'Brien li stanno monitorizzando, così come è incosciente dell'arrivo di una nave da battaglia cardassiana: la trappola si sta chiudendo. Lo scambio avviene e Kira apprende finalmente la verità: Tahna ha in mano un ordigno potentissimo. Il runabout viene lanciato verso DS9 e Kira, certa sia il bersaglio di un'azione assurda e sanguinaria, tenta di fermare Tahna ma… il piano dei terroristi non comprende l'idea di fare una strage, è qualcosa di ben più subdolo. La maggiore finalmente capisce: i Kohn-Ma vogliono far esplodere l'ingresso del tunnel spaziale, per farlo collassare. Nell'ottica del tanto peggio-tanto meglio. Un piano assurdamente autolesionista per Bajor ma perfettamente in linea con il pensiero radicale dei Kohn-Ma, pronti a sacrificare tutto nel nome dell'indipendenza totale. Tahna riesce a mantenere un vantaggio sugli inseguitori ma la collutazione con Kira gli impedisce di sganciare la bomba se non, inutilmente, oltre il tunnel, in uno spazio vuoto del quadrante Gamma. Vistosi sconfitto si arrende. Verrà internato su Bajor. I tentativi di Kira di fargli capire quanto l'azione del Kohn-Ma sia suicida e stupida non hanno effetto alcuno e, per la prima volta, la maggiore deve confrontare il suo passato con i 'tempi nuovi'. La frattura è insanabile. Le ultime parole di Tahna a Kira sono inequivocabili: Traditrice. E' un bel episodio, sorvolando sugli inevitabili YATI (Yet Another Trek Inconsistency). Il percorso di Kira è appena iniziato, così come quello di Odo. Si suggerisce come il manicheismo accomuni terroristi ed oppressori, e quanto questo modo di essere sia del tutto irrealistico e tragico, inaccettabile per una società davvero civile. Da notare l'introduzione del personaggio di Garak, peraltro splendidamente interpretato: sarà uno dei più interessanti della saga. Ma, ripeto, è solo l'inizio.
Ed eccoci al secondo (terzo, in effetti, visto che il pilot è doppio) episodio della prima stagione di Deep Space Nine…
1.3: A MAN ALONE (Uno strano delitto)
Quando ho parlato del pilot ho sentito la necessità di darne un resoconto piuttosto dettagliato, tanto per introdurre meglio personaggi e situazioni.
Ora si passa a qualcosa di più discorsivo.
Ricordo che queste chiacchierate, meglio sarebbe dire soliloqui, sono ovviamente senza riguardo alcuno per gli spoiler, pertanto siete avvisati… anche perché preoccuparsi di questo parlando di una serie del 1993…
La storia è tutto fuorché eccezionale: l'episodio è fiacco e paradigmatico dei 'problemi' di DS9 nel farsi un pubblico nelle prime due stagioni.
In sintesi: Odo incontra nel bar di Quark un bajoriano, Ibudan, che aveva spedito in galera anni prima per l'omicidio di un ufficiale cardassiano. Ibudan era stato un pezzo grosso della borsa nera, un personaggio senza scrupoli anche nei confronti della propria razza.
Ne nasce un tafferuglio, con tanto di minacce di Odo alla volta del bajoriano che, guarda caso, viene ritrovato accoltellato ore dopo in una sala ologrammi.
Tutto lascia pensare che soltanto Odo possa aver commesso il delitto, tanto che Sisko è obbligato a sollevarlo dalle indagini in quanto sospettato.
La storia si risolverà soltanto dopo un'indagine alla CSI da parte di Bashir, che scoprirà un complotto di Ibudan stesso contro Odo: il bajoriano, infatti, ha ucciso un proprio clone per poter incolpare il mutaforma.
Si tratta di un plot piuttosto debole, peraltro pieno di effettive incongruenze (in epoca di tricorder medici è proprio necessaria una raccolta di DNA tramite aspiratori e tamponi ?!) e pure poco intrigante…
Però il tutto è soltanto un collante di storie in secondo piano molto più interessanti.
Intanto si delinea il carattere di Odo: il suo senso di Giustizia trascende la Legge e fa non poca fatica, non sempre con successo come vedremo in futuro, a non seguire soltanto questa pulsione, chiaramente pericolosa e di certo non inquadrabile nei parametri del garantismo della Federazione, così come di qualsivoglia società 'civile'.
Il colloqui con Sisko che, riluttante, lo esclude dalle indagini, è significativo. Odo è di certo offeso, ma non perde la lucidità:
Sisko: Voglio sappia che io non la considero responsabile. Odo: Davvero ? Come può essere ? Lei non mi conosce, non ha motivo di credere che non ucciderei Ibudan se ne avessi voglia. Non mi dica che non sussistono dubbi, che nessuno si sta chiedendo se magari l'ho ucciso io.
E vengono fuori anche i primi preoccupanti problemi con i bajoriani… convinti che Ibudan fosse un eroe della Resistenza (Uccidere un cardassiano, oggi, non è più un reato… Commenta amaramente Odo) molti bajoriani sulla stazione contestano il mutaforma, fin quasi a tentare di linciarlo. Si presentano dunque i primi seri problemi nel rapporto con un popolo molto… emotivo.
L'episodio si apre con l'ennesimo tentativo di approccio di Jadzia da parte di Bashir, con lei che si dimostra tanto disponibile quanto irraggiungibile. Sisko, pranzando con il dottore, gli darà altri indizi sulla trill e sul simbionte che ospita. Sisko non ne è sicuro ma ritiene che Dax, il simbionte, abbia già avuto perlomeno altri sei ospiti…
Il matrimonio...
Poi c'é O'Brien… ed i sempiterni problemi con la moglie keiko, ereditati direttamente dai tempi dell'Enterprise. Lei è insoddisfatta ed annoiata, non ha ruolo nella stazione (è una botanica) e si sente inutile.
Il caso vuole che si presenti un'opportunità, nella figura di Jake, il figlio di Sisko, e Nog, il nipote di Quark. I due si conoscono sulla passeggiata e, in breve tempo, fanno amicizia: per ammazzare il tempo combinano stupidi scherzi che risultano subito all'attenzione della Sicurezza e dei genitori di ambedue… Keiko, stimolata da O'Brien, chiede ed ottiene il permesso di aprire una scuola a disposizione dei giovani presenti nella stazione. Con non poca fatica ottiene anche da Rom, il fratello di Quark, la presenza al corso (Per qualche settimana, poi si vedrà dice Rom) di Nog. E' una situazione del tutto eccezionale: i ferengi hanno rapporti con la Federazione da pochi anni e nella loro cultura l'educazione teorica non è mai scissa da quella pratica… inoltre, per i ferengi le donne hanno un ruolo molto più che marginale nella società e l'idea che Keiko possa insegnare qualcosa ad un maschio suona blasfema alle (grandi…) orecchie di Rom.
Keiko, però, saprà toccare i punti giusti.
Nog e Jake: ovviamente le famiglie di ambedue daranno la colpa alla cattiva influenza dell'altro per giustificare le 'marachelle'...
Da notare come il personaggio di Rom sia veramente lontano dall'essere definito, anche nel modo di parlare… qui sembra soltanto un 'normale' ferengi piuttosto scorbutico. Avrà un'evoluzione geniale…
Infine si delinea sempre più il rapporto contraddittorio fra Quark ed Odo.
Curiosamente Quark si dimostra certo dell'innocenza di Odo, tanto da difenderlo in pubblico: Zayra (un bajoriano convinto della colpevolezza di Odo):Non posso credere tu lo stia difendendo, è il tuo peggior nemico ! Quark:A dire il vero, sono la cosa più vicina ad un amico che abbia al mondo.
Se è vero che Odo difficilmente approverebbe una simile affermazione è pur vero che, nei momenti di relax, non parla mai con nessuno se non con il suo 'nemico'...
Quark:Tu non ti sei mai… accoppiato ?! Odo:Ho scelto di non farlo, troppi compromessi. Tu vuoi guardare la partita di Karo-Net ma lei vuole ascoltare della musica. Così scendi a compromessi ed ascolti musica… vorresti ascoltare jazz terrestre, ma lei preferisce l'opera klingon… e finisci ad ascoltare l'opera klingon. In definitiva: eri pronto ad una bella serata guardando la partita e finisci agonizzando sulle note dell'opera klingon…
Primi mattoncini per costruire personaggi con la P maiuscola…
NB: Seguo l'ordine di produzione, pertanto questo episodio lo considero il 3°, per quanto mi risulti sia stato trasmesso per la prima volta come quarto.
Deep Space Nine è da sempre la mia serie trek preferita… forse è la mia serie preferita in assoluto.
Nessun'altra è riuscita a creare personaggi così tridimensionali ed a costruire un Universo, nel corso di sette stagioni, complesso e variegato.
Ha affrontato temi difficili, come la politica e la religione, senza ipocrisie e tentennamenti.
Ci ha mostrato la Federazione come, forse, il 'miglior' Sistema possibile, evidenziandone tuttavia le mille contraddizioni ed i molti lati oscuri.
Ha parlato di sessualità, razzismo, morale… evitando soluzioni ecumeniche e consolatorie: non è mai stato uno show 'adatto al grande pubblico'.
Richiede attenzione, e pure un po' di pazienza, perlomeno per le prime due stagioni, necessarie per la creazione dei personaggi ma, a volte, oggettivamente un po' lente.
Solo un po', e non per me.
Non è amata dalla maggioranza di quelli che si dicono 'trekker', alcuni arrivano a ritenerla assurdamente non canonica in relazione alle altre serie.
Temo che, in certe persone, alla faccia della filosofia trek di Roddenberry, pure la presenza di un capitano di colore non sia andata troppo a genio… questo è il Mondo reale…
Non voglio perdermi in mortali introduzioni, faccio partire un piccolo progetto che credo potrà durare molto, molto a lungo…
1.1-2 L'EMISSARIO (Emissary, episodio doppio, pilot della serie, 1993)
Bajor è un pianeta periferico; non fa parte della Federazione e, per molti decenni, è stato sotto il dominio di Cardassia.
E' qui che, in compagnia del giovane figlio, arriva il comandante Benjamin Sisko.
Benjamin Sisko: ancora 'acerbo'
Sisko, come si vede nella drammatica e spettacolare ouverture, ha perso la moglie tre anni prima, durante la sanguinosa battaglia di Worf 359.
Il comandante deve prendere il comando della grande stazione 'Terok nor', costruita dai cardassiani ai tempi dell'occupazione, nell'orbita di Bajor.
I cardassiani hanno da poco abbandonato Bajor ed il nuovo governo 'di unità nazionale' del pianeta ha chiesto aiuto alla Federazione, nonostante molte fazioni siano contrarie alla cosa.
Bajor, infatti, è pericolosamente vicina alla guerra civile: le molte correnti politiche, sparito il comune nemico cardassiano, hanno ritrovato intatte le vecchie divisioni interne.
I bajoriani sono un popolo molto spirituale e molto conflittuale… solo la religione, il credo nei 'Profeti', entità divine che ritengono abitino in un non meglio specificato 'tempio celeste', li tiene faticosamente insieme.
Sisko arriva alla stazione, ribattezzata Deep Space Nine, trovandola devastata dalla partenza dei cardassiani e lungi dall'essere pienamente operativa.
Kira Nerys
Fa le sue prime conoscenze, a partire dall'attaché del governo provvisorio, la maggiore Kira Nerys, un'ex resistente del fronte di liberazione (una pericolosa terrorista secondo i cardassiani), dal carattere sanguigno e palesemente avversa al coinvolgimento della Federazione negli affari del proprio pianeta.
Sisko si dimostra subito una persona arguta e dotata di buon senso, spiazzando i pregiudizi della maggiore, presentandosi non come il rappresentante di 'nuovi padroni', bensì come una persona con la sincera voglia di aiutare, anche a costo di 'sporcarsi le mani'
Il difficile primo incontro fra i due viene interrotto dall'individuazione di un tentativo di furto, brillantemente gestito dal capo della sicurezza della stazione, Odo: un 'mutaforma' ignaro del proprio retaggio, è l'unico della propria specie, dotato di un forte senso della giustizia e di un carattere duro e sarcastico. Nell'incidente è coinvolto un giovane ferengi, Nog, nipote del gestore di un bar, con sala giochi d'azzardo annessa, Quark.
Odo (Odo Ital)
Sisko, che ben conosce la cultura ferengi, ne approfitta per una sorta di ricatto: invita Quark, intenzionato ad abbandonare la stazione, a rimanervi, nonostante le perplessità di Odo, che considera Quark un ladro ed un truffatore. Sisko lascia intendere a Quark che la presenza del suo bar sarà importante quale punto d'aggregazione sociale nella nuova gestione della stazione spaziale e, in cambio, sarà clemente con Nog...
Nel mentre assistiamo all'arrivo sulla stazione di Miles O'Brien, già sottufficiale a bordo dell'Enterprise di Picard, quest'ultima attraccata alla stazione per portare rifornimenti e personale.
O'Brien prenderà servizio su Deep Space Nine e fin da subito inizia a lavorare sulla stessa, peraltro entrando immediatamente in conflitto con i sistemi informatici cardassiani...
Quark
Sisko è altresì costretto ad un incontro col Capitano Picard, incontro gelido nel quale non riesce a nascondere l'ostilità nei confronti dell'ufficiale al comando dell'Enterprise: Picard, infatti, ai tempi della battaglia di Wolf 359, era stato catturato dai Borg e, entrato suo malgrado a far parte del collettivo, aveva guidato l'attacco contro la Federazione assumendo la definizione di Locutus.
Pur sapendo che è una reazione illogica, Sisko non riesce a nascondere l'odio nei confronti di colui che, pur senza effettiva colpa, fu l'artefice della morte della moglie, Jennifer.
L'incontro si conclude con la richiesta di venir sollevato dall'incarico: Sisko paventa il desiderio di abbandonare la flotta stellare.
Altre persone arrivano sulla stazione; conosciamo così Jadzia Dax, una giovane ed avvenente donna Trill.
Sisko saluta con piacere la giovane poichè, pur non avendola mai conosciuta, ha invece avuto una intensa frequentazione in passato con Curson Dax, un anziano ambasciatore Trill che fu suo mentore.
Jadzia, infatti, ha ereditato da Curson l'essere simbiotico, Dax, che porta al suo interno. In pratica Sisko, pur incontrando una persona di aspetto diverso, ritrova in lei tutti i ricordi (e parte del carattere) del suo antico amico, tanto da chiamarla scherzosamente 'vecchio mio'.
Jadzia Dax
Insieme a Jadzia arriva sulla nave il giovane Bashir, un brillante medico fresco di Accademia, ansioso di dimostrare il proprio valore e che, sulle prime, farà non poche gaffe, soprattutto nei confronti di Kira.
Ma a stupire Kira sarà un Vedek, un sacerdote del culto bajoriano, che inviterà, in modo gentile ma senza appello, il comandante Sisko sul pianeta, per un inatteso incontro.
Sisko si ritrova così al cospetto di Kai Opaka, capo spirituale dei bajoriani, da tempo ritiratasi dal palcoscenico politico del pianeta, nonostante tutti la invochino quale unica speranza per evitare l'imminente guerra civile. Sisko spera di convincerla ad intervenire ma non ha praticamente modo di affrontare l'argomento: la Kai, infatti, esamina il 'pagh', un termine che indica qualcosa fra il destino e la spiritualità, del comandante, scoprendo che questi sarà strumento dei Profeti, l'Emissario atteso da Bajor.
Gul Dukat
Ovviamente Sisko non è in grado di comprendere quanto detto dalla Kai ma rimane assolutamente colpito quando questa gli mostra uno strano cristallo, trovato nello spazio molto tempo prima, che i bajoriani considerano una reliquia dei Profeti stessi. Ed è osservando il cristallo che Sisko vive una strana esperienza, allucinatoria eppur vivida e tangibile, che lo riporta brevemente ai giorni felici in cui incontrò Jennifer, la sua futura consorte. Lungi dal ritenerla un'esperienza mistica, ma conscio del misterioso potere del cristallo, il comandante accetta l'offerta di Opaka: porterà sulla stazione il cristallo per studiarne le caratteristiche, soprattutto dopo aver appreso che è l'ultimo rimasto nelle mani dei bajoriani.
I cristalli, le lacrime del profeta, erano in effetti nove, trovati nel corso dei millenni, e gli altri otto sono in mano ai cardassiani: diventa perciò fondamentale comprenderne il potere, e l'eventuale minaccia.
Intanto l'Enterprise abbandona la stazione e, subito dopo, una nave da guerra cardassiana si presenta agli attracchi: a bordo c'é Gul Dukat, già prefetto di Bajor, che chiede di poter visitare la stazione quale segno di amichevole vicinanza...
L'incontro fra Sisko e Dukat è solo apparentemente amichevole: Dukat, fiero ed arrogante, chiede a Sisko del cristallo ma questi, ovviamente, ne nega la stessa esistenza. L'offerta di Dukat di aiuto, nel caso ce ne fosse bisogno, è un'ovvia minaccia.
Intanto Jadzia ha fatto estese ricerche, scoprendo che i cristalli sono stati tutti trovati in una zona ben definita dello spazio vicino a Bajor e raccogliendo testimonianze, anche molto antiche, di strani fenomeni osservati da viaggiatori che si erano ritrovati da quelle parti. Urge una ricognizione.
Sisko e Jadzia decidono così di andare con un runabout, una navetta adatta alle grandi distanze, a controllare; prima devono risolvere un problema, ovvero devono evitare di essere seguiti dai cardassiani che spiano ogni loro mossa. Con uno strattagemma, che vedrà coinvolto anche Quark, che ha accettato di rimanere sulla stazione, Odo riesce ad infiltrarsi nella nave cardassiana, mettendola momentaneamente fuori uso. Jadzia e Sisko arrivano così nei luoghi indicati dalla ricerca e, inaspettatamente, vengono risucchiati da un tunnel spaziale che li porta nel quadrante Gamma, a circa 70.000 anni luce dalla loro posizione !
Rientrando nel tunnel, che sulle prime ritengono un 'comune' fenomeno, la loro navetta si ritrova sospesa nello spazio e, scopriranno, anche nel tempo.
Mentre Jadzia si materializza misteriosamente sulla stazione, Sisko incontra i Profeti: questi sono in effetti una razza aliena avanzatissima, composta di pura energia, che studiano il comandante con curiosità e preoccupazione. Sisko infatti è il primo essere alieno che incontrano e rimangono perplessi di fronte alle caratteristiche dello stesso: i profeti non vivono un'esistenza lineare, non hanno idea cosa sia il presente, il passato ed il futuro. Si manifestano a Sisko utilizzando i ricordi dello stesso, in un confronto surreale ed onirico fra specie diversissime. Sisko ha inoltre un'illuminazione: gli alieni gli chiedono infatti perchè, nonostante lui si dica appartenente ad una razza 'lineare', che vive il 'tempo', rilevino come lui continui a vivere nel passato, un passato doloroso, quello che lo ha visto perdere Jennifer.
Intanto Jadzia informa gli altri della presenza del tunnel spaziale, che dai suoi calcoli risulta essere permanente, stabile e quindi una via di inestimabile valore alla volta dell'altrimenti inarrivabile quadrante Gamma. Normalmente i tunnel spaziali sono fenomeni naturali instabili, la scoperta di un tunnel permanente è senza precedenti. Jadzia e Kira decidono così di portare la stazione in prossimità dello stesso, per rivendicare a Bajor la proprietà: sarà il capo O'Brien, non senza difficoltà, a modificare la stazione per permettere lo spostamento in tempi brevi.
Il tunnel spaziale
Ma i cardassiani non sono stati a guardare e la nave di Gul Dukat, pur in ritardo, aveva seguito Sisko fino ad entrare anch'essa nel tunnel: la vediamo uscire nel quadrante Gamma pesantemente danneggiata dall'inattesa esperienza.
Mentre su Deep Space Nine studiano il da farsi, soprattutto a fronte della scomparsa di Sisko, arrivano tre navi da guerra cardassiane che intimano alla stazione di arrendersi e di farsi abbordare; i cardassiani sono infuriati per la scomparsa della nave di Dukat, non sanno niente del tunnel e non credono a Kira che li informa a riguardo: ritengono che i bajoriani abbiano distrutto la nave dell'ex prefetto e vogliono vendetta.
Ne consegue un serrato scontro verbale fra Kira ed il Gul cardassiano al comando: Kira riuscirà a prendere tempo con un bluff ma, scopertolo, i cardassiani attaccano la stazione che non avrebbe alcuna possibilità di sopravvivere allo scontro, tanto che la resa diventa agli occhi della combattiva maggiore l'unica possibilità rimasta ma, incredibilmente, il tunnel torna ad aprirsi e da questo escono il runabout di Sisko che traina la danneggiata nave di Gul Dukat: le ostilità cessano, con pochi danni alla stazione, ed i cardassiani lasciano il campo. Sisko ha convinto gli alieni di non essere una minaccia ed ha chiesto ed ottenuto l'uso perpetuo del tunnel: loro non interferiranno ne si faranno vedere da alcuno.
Così nasce l'epopea della stazione Deep Space Nine: un Sisko dal rinnovato spirito, conscio della necessità di tornare a vivere davvero una vita nel presente, accetta di rimanere a capo della stazione, con malcelata soddisfazione di Picard: la scoperta del tunnel apre nuove, enormi prospettive per Bajor che, da pianeta periferico ed insignificante nell'economia del quadrante Alfa, si ritroverà importante punto di passaggio per un intenso traffico di scienziati e di commercianti. L'avventura ha finalmente inizio.
Brevi considerazioni sull'episodio.
Sisko si presenta subito come un ufficiale diverso dai precedenti: è ancora 'acerbo' ma denota intelligenza e sa sfruttare il compromesso, fatica a contenere le emozioni ma non si lascia dominare dalle stesse. La presenza di un figlio lo pone subito in una situazione particolare rispetto ai suoi noti parigrado Kirk e Picard.
E' molto meno stereotipato, molto meno 'perfetto': molto più 'vero', in definitiva.
Iniziamo intanto a conoscere un suo pallino: è un grande appassionato di baseball, sport ormai quasi dimenticato da tutti.
L'episodio viene spesso giudicato lento e cervellotico: niente di tutto questo. E' un pilot complesso per una serie complessa. Per tutti gli altri c'é J.J. Abrams.
I bajoriani sembrano pesantemente inspirati ai popoli mediorentali: una cultura spirituale e piena di contraddizioni, avvezza alle privazioni e dura, incline a derive teocratiche.
I cardassiani sono un popolo giovane, ossessionato dall'ordine e paranoico: l'impronta fascista ed oligarchica è palese.
I ferengi erano in origine pensati come i nuovi 'avversari' della Federazione ma, fin dai primi episodi della 'Next Generation', apparve evidente come questo ruolo fosse improbabile, anche grazie all'aspetto effettivamente ridicolo e ben poco minaccioso... vennero fin da subito genialmente riciclati come un popolo molto più interessante: sono dei 'turbo capitalisti', che vedono nel guadagno (anche disonesto) l'unico scopo dell'esistenza, tanto che anche le loro divinità sono cervellotiche proiezioni di questo modus vivendi. Quark, pur essendo un ferengi abbastanza atipico, visto che tende a farsi degli scrupoli ben più di quanto vorrebbe, sarà uno dei personaggi più interessanti della serie.
Odo, il 'conestabile' della stazione fin dai tempi dell'occupazione cardassiana, si presenta come un affascinante mistero per se e per gli altri.
Si nota subito come gli attori siano stati scelti con cura: sapranno dare una grande impronta a tutta la serie e ne parlerò con calma: c'é davvero tutto il tempo...
Frasi.
(L'adattamento dall'inglese è mio) Kira: Suppongo che lei voglia il mio ufficio. Sisko: Beh, pensavo di salutarla e poi di prendermi l'ufficio, ma possiamo scegliere un diverso ordine d'azione se preferisce.
Opaka (a Sisko): Ironico.L'Emissario è colui che non vorrebbe essere qui.
Quark: Voglio andarmene perchè, quando cadono i governi, quelli come me sono i primi ad essere messi al muro e fucilati.
Bashir: Qui è dov'é l'avventura. Qui è dove nascono gli eroi.Qui, nei territori selvaggi di frontiera! Kira: Dottore, quello che chiama 'territorio selvaggio' è casa mia.
Jake (un alieno del tunnel in sembianza del figlio di Sisko):
Voi ci tenete a non conoscere quel che accadrà ? Sisko: Probabilmente è la cosa più importante da capire di noi umani: è l'ignoto che definisce la nostra esistenza.
Kira: Se non togli quella mano dai miei fianchi... non potrai mai più usarla per reggere un bicchiere. Quark: Ohhh... Amo le donne in uniforme...
Questo è l'incipit di una grande storia...
IMPORTANTE: un ringraziamento al sito Hypertrek di Luigi Rosa, fonte inesauribile di informazioni su tutto lo scibile Trek.
E' triste come non sia più stato aggiornato dall'autore da quando su Star Trek si è abbattuta l'infezione Abrams… qui la scheda di Hypertrek sull'episodio
A presto per il prossimo episodio !
ps: ringrazio anche chi, in Facebook, mi sta correggendo i molti errori della prima stesura...
Dal 1993 al 2002, per ben nove stagioni, la TV conobbe una delle serie che, indiscutibilmente, concorse a cambiare il concetto stesso di 'telefilm'.
Prima di allora, con rare eccezioni, la tv era sempre stata la parente povera del cinema, proponendo regolarmente serie a sviluppo pressoché sempre verticale, sceneggiature semplici e ripetitive, regie modeste, attori di seconda scelta od in disarmo… e budget estremamente risicati. X-Files, di Chris Carter, anticipò da molti punti di vista l'esplosione della serialità arrivata col XXI° secolo.
Conoscemmo così la sezione 'X-Files' dell'F.B.I.
Tutti siamo incappati almeno una volta nelle avventure di questi due agenti, Dana Scully e Fox Mulder, impegnati a ricercare la verità dietro fatti inspiegabili.
Paranormale, antichi misteri, complottismi ante litteram e gli… UFO come sottotraccia costante.
Mulder si presentava come un 'believer', ossessionato dagli extraterrestri e da strani accadimenti nella sua gioventù, mentre Dana doveva rappresentare la parte scettica, razionale, del duo.
Sguardi persi nell'infinito ed oltre
Le prime tre stagioni le seguii con piacere; pur mantenendo perlopiù una trama verticale, con il ricorrente binomio UFO-Complotto governativo a garanzia della trama orizzontale, aveva importanti differenze dalla maggioranza delle cose viste fino ad allora.
Sceneggiature curate, attori ben scelti ed un senso di mistero, spesso con risvolti orrorifici, efficace ed evocativo; unendo al tutto un buon budget si ebbe indiscutibilmente un buon prodotto, perfettamente in linea con le paranoie irrazionali in costante crescita negli anni 90.
Ma… i misteri hanno il fiato corto, se si continua a proporli, spesso in modo palesemente contraddittorio, senza mai dare uno straccio di spiegazione.
Già durante la quarta stagione iniziai a trovare irritanti i due detective: nessuna vera evoluzione dei personaggi, che sembravano dei cartonati di se stessi, ed un continuo ciurlare nel manico a livello di sceneggiatura: quanti rapimenti alieni, mostri ed associazioni segrete si possono sopportare prima di arrivare all'inevitabile massa critica testicolare ?!
Il mistero cedeva il posto alla noia e, molto peggio, al ridicolo.
Mi capitò di intravvedere qualche episodio qua e là ma non ebbi mai lo stimolo di terminare la serie.
Il 'finale' fu imbarazzante ed inconcludente, le ultime stagioni furono più interessanti per il gossip riguardo le bizze degli attori che per la storia…
Ci furono anche due film, il primo durante lo svolgimento della serie, il secondo (pessimo) nel 2008.
Gennaio 2016: tornano gli X-Files !
Una miniserie in sei episodi.
Ho visto i primi due, trasmessi in questi giorni…
ATTENZIONE ! SPOILER (modesti) E RISCHIO DI ESSERE TRACCIATI DAL NUOVO ORDINE MONDIALE ! …e dagli UFO, dai licantropi, da Giacobbo…
Arrivano tardi, pur essendo stati i primi…
Gli sceneggiatori pare abbiano faticato poco, perlomeno in questi due episodi di apertura.
Me lo immagino… hanno rivisto tutti i vecchi episodi, poi hanno fatto un giro in Facebook.
Tempo mezzora avranno avuto tanto di quel materiale complottaro da poter buttar giù stagioni su stagioni…
Fox e Dana tornano in azione ma… qualcosa è cambiato.
NON lo stile registico, che rimane ancorato agli anni 90, ignaro di tutto quel che c'é stato da allora; i due episodi si potrebbero tranquillamente vedere su di un tubo catodico…
Giusto qualche, discutibile, effetto speciale in più.
Quel che è cambiato è l'approccio.
Basta 'misteri' insondabili e mandanti oscuri, qui i 'cattivi' sembrano essere solo ed unicamente gli uomini di potere, il Nuovo Ordine Mondiale, l'apparato militare, i 'ricchi' ormai pronti a conquistare fisicamente il Mondo.
Curioso che la trasmetta Fox television… sempre non sia un complotto !
Complotto, contro complotto e contro-contro complottino…
Che palle.
Le prime due puntate sono essenzialmente un imbarazzante spiegone senza fine, un vademecum del perfetto complottista, che non sembra dar adito a ribaltamenti di prospettiva e che, udite udite, pare rimettere in gioco tutta la mitologia della serie: forse gli alieni non c'entrano, forse non sono mai esistiti o, al limite, hanno avuto un iniziale ruolo inconsapevole nel mettere in moto la cospirazione mondiale…
Magari ci stanno prendendo per il culo (beh, quello lo stanno facendo in ogni caso) e tutto si dimostrerà diverso da quel che sembra ma… di questo ne riparleremo alla fine della serie (stagione ?).
Intanto tutto è esplicito: le navi spaziali, terrestri a quanto pare, si vedono e si toccano. Il Potere è malignamente presente ovunque, il complotto si palesa con le mutazioni climatiche indotte (scie chimiche, roba da vomito…) e con ibridazioni genetiche all'apparente ricerca del superuomo.
Il tutto in maniera molto, molto becera…
Forse è il nuovo indirizzo, ma sembra che tutto si stia orientando al fan service.
Leggo le prime impressioni e mi ricordano quelle di SW VII: Evviva ! Sono tornati !
Si, sono tornati… ma perché ?!
Ce ne era davvero bisogno ?
La Anderson si aggira spaesata per il set, sfoggiando la solita espressione fissa al cui confronto la Braschi sembra Marcel Marceau, Duchovny è ormai irrimediabilmente legato al personaggio di Hank Moody in Californication, tanto che ci si aspetta di vederlo prima o poi a chiappe all'aria nel corso dell'episodio…
I ruoli rimangono gli stessi, amplificati: Dana da scettica è soltanto confusa, Fox spara una tale marea di cazzate a raffica da far desiderare l'abolizione della Legge 180.
E poi torna l'uomo che fuma, in una scena tanto assurda quanto telefonata.
Non disperate… pare che torneranno anche i Lone Gunmen… e non in flashback !
Insomma, il tutto ricorda il classico pugile dalla carriera buona ma non eccelsa, economicamente compromesso, che accetta di tornare sul ring come un pagliaccio della lotta libera.
Tristezza…
Ecco, andate a mietere il grano...
Beh, pollice verso su tutta la linea e non infierirò oltre parlando di autocitazionismo in quantità spropositata, fotografia per niente evocativa e pochezza della sceneggiatura oltre il ridicolo.
Vedremo le prossime puntate, vi aggiornerò: metti mai mi stupiscano.
Comunque…
Metto in cantiere un altro poker di modelli, scegliendomi stavolta come soggetto il famigerato, ancorché immortale, Junkers Ju87: lo STUKA !
(Ora… evitiamo battutacce da avanspettacolo… sarebbero telefonate…)
Paradigma della blitzkrieg, questo letale bombardiere da picchiata si ritrovò alquanto ridimensionato di importanza dopo la 'battaglia d'Inghilterra' ma ciò non toglie che, nelle sue varie versioni, prestò servizio fino alla fine del conflitto, peraltro con risultati notevoli sul fronte russo.
Dei 4 modelli in costruzione questo Airfix, il primo che ho terminato (giusto stasera), è il più… improbabile. Si tratta infatti del primo stampo in 1:72 della casa britannica dedicato all'iconico monomotore tedesco e fu messo in commercio ben 59 anni fa… nel 1957.
Non è inaccettabile solo per gli standard odierni, lo era già negli anni 60 !
Approssimativo nelle linee, per non dire quasi di fantasia, e totalmente assente di particolari.
Pochissimi pezzi e decal inventate di sana pianta.
Già all'epoca era un prodotto povero.
Nonostante questo l'Airfix l'ha tenuto in catalogo a lungo, fino al 1977, rimpiazzandolo con un nuovo stampo, totalmente riprogettato, l'anno dopo.
E' di questi giorni l'arrivo in Italia del new tool, quindi la terza reincarnazione Airfix dello Stuka in 1:72. Ad essere onesto ne ho già uno che mi aspetta dal mio negoziante di fiducia…
Ecco come si presentava nei primi anni 70, con la sua tipica confezione in blister… ci sbavav sognavo sopra queste affascinanti ed inusuali scatoline…
Ed è proprio uno di questi blister che vado a recuperare dall'oblio…
Ovviamente vi risparmio il work in progress, volendo è qui ed è ben lungi dall'essere chiuso, visto che il thread contiene i lavori su tutti e quattro gli Stuka.
Comunque… il senso, se mai ve n'è, è quello di costruire un vecchio ed improbabile kit con l'idea di renderlo appena presentabile… E' giusto e chiaro che qualunque modellista serio, lo dico senza ironia, non potrà che scuotere una volta di più la testa davanti a questi miei pastrocchi !!!
Per sommi capi: ho eliminato l'irrecuperabile cofano motore e, cercando nella grande scatola dei rottami®, ho trovato abbastanza materiale per aggiungere il motore, gli interni ed altre cose.
Le decal vengono da un foglio Xtradecal e rappresentano un raro esemplare catturato, in mano ai titini jugoslavi nel 1945.
Alla fine è venuto fuori questo giocattolino… si… insomma… sembra uno Stuka, no ?!
Beh, in attesa del prossimo Stuka (lo so che siete tutti impazienti) ammazzate il tempo leggendovi un vecchio, sano, fumetto di guerra… anche se, guardando la copertina, mi sa che ho fatto un incauto acquisto...
Francamente non mi è parso possibile sulle prime, nella mia fantasia rimaneva ancora un qualcosa di irremovibile, di eterno.
Immortale.
Immortale: come sosteneva una mia compagna di corso in anni lontani.
Invece anche Bowie se ne è andato.
Ennesimo paradigma del tempo che passa inesorabile sulla nostra pelle.
Ho subito brevi fascinazioni musicali in gioventù, non sono mai stato incline all'idolatria.
Non mi è mai troppo interessato l'artista dietro al prodotto, forse per superficiale consumismo, forse per la sottile convinzione che ogni idolo, prima o poi, citando un altro mio cattivo maestro, sarebbe finito col bruciarsi.
La paura di rimanere delusi.
Conobbi Bowie soltanto nei primissimi anni 80, poco prima di 'Let's dance'.
Mi colpii molto la sua presenza scenica, così teatrale e decadente.
Divorai praticamente ogni suo album, dai curiosi ma derivativi esordi fino alla trilogia berlinese.
L'ho adorato, senza scompormi per il suo continuo mutare apparentemente forma.
Non mi ha mai molto interessato 'definire' l'appartenenza di 'genere' dei suoi prodotti.
Ho una cultura musicale troppo scadente per addentrarmi in simili disquisizioni ed in questi giorni lo stanno facendo in mille, ben più qualificati di me.
Perlopiù le sue canzoni mi piacevano; mi piacciono tuttora.
Mi trasmettono emozioni, colpiscono le corde giuste, le mie corde giuste perlomeno.
Dopo 'Let's dance' iniziai a seguirlo saltuariamente, fino ad abbandonarlo pressoché del tutto.
Una deriva pop che mi parve, forse era, banalotta mi tolse ogni interesse.
Negli anni mi dicono abbia fatto tante cose… sto leggendo molti articoli a riguardo e mi riprometto di approfondire.
Probabilmente è stato vittima della mia necessità di allontanare gli idoli.
Una morte dignitosa è propedeutica ad un riaccostamento, tardivo ma sincero.
Intanto stasera mi ascolto una personale compilation, senza altra logica che il piacere.