domenica 7 giugno 2015

Eien no Zero

Intanto… vediamo di cosa si tratta (in una voce wiki piuttosto mediocre)

Eien no Zero

Visto  in giapponese con sottotitoli in inglese.
2h23m che scorrono via abbastanza bene.

Il film rientra nel recente filone dei film bellici ad 'alto' budget nipponici, interessanti ma con peculiarità condivise. I maggiori rappresentanti di questa tendenza, ad oggi, sono 'Yamato' del 2005 e 'Ore wa, kimi no tame ni koso shini in iku' del 2007.
Le sceneggiature sembrano fotocopiate…
-giovani di oggi, per parentela od iniziale solo interesse professionale, fanno delle ricerche su persone/episodi dell'ultimo conflitto mondiale e scoprono risvolti interessanti sulla vita, e la morte, dei soldati del sol levante.
-c'é sempre una moderata critica alla guerra ed al regime
-allo stesso tempo si esaltano i valori tradizionali, solo leggermente rivisitati
-revanscismo, baby, revanscismo… però molto defilato (se sei cieco)
-effetti speciali in costante miglioramento, ed una discreta attenzione alla riproduzione dei mezzi d'epoca. La grafica computerizzata non è ancora a livello americano (da dire che, pur se ad alto budget, questo non è mai paragonabile alle controparti statunitensi)
-c'é sempre qualcuno che si dispera e si scusa per essere sopravvissuto alla guerra, sempre !
-inevitabile l'inserto, generalmente finale, con scena onirica o pseudo soprannaturale
-la scarsa o nulla distribuzione fuori dal paese.

'Eien no Zero' non fa eccezione. Focalizza l'attenzione sulla carriera di un uomo, riguardo la quale i discendenti si interrogano 60 anni dopo, carriera che riserverà delle sorprese.
Il film è anche un atto d'amore nei confronti del caccia della Mitsubishi, seguito dagli esordi fino ai giorni delle 'unità speciali d'attacco' (come prevedibile, la parola 'Kamikaze' non viene mai usata).
Nei titoli di coda si vede il logo della Tamiya… immagino sponsor del film, tanto più che hanno messo in vendita edizioni speciali dell'A6M2 e dell'A6M5, sia in 1:72 che in 1:48, con decal degli aerei del protagonista.

Che dire… alcune scelte sono davvero discutibili, come il giovane (in realtà un idolo televisivo delle ragazzine in Giappone) che interpreta il nipote… veramente ridicolo.
Tutto è molto rigido, formale, telefonato… ma i combattimenti possono divertire.

(ps: impagabile la discussione, ai ns giorni, fra due giovani riguardo le differenze fra i 'kamikaze' di allora e quelli di oggi… Tentativo davvero velleitario… perlomeno della forma)


Il trailer:



Cercasi amore per la fine del Mondo


Sigla !



Una pellicola meravigliosamente in linea con questo blog...
Generalmente ben pochi hanno il dubbio privilegio di poter conoscere in anticipo l'esatto momento della propria morte.
Escludendo condannati alla pena capitale e kamikaze vari, neppure un malato terminale può arrogarsi il diritto di saperlo con precisione…
…e credo si sia tutti d'accordo nel ritenere orrenda una sicurezza di cui sopra.
Eppure… eppure alla fin fine rimane un fatto privato.
Muore il Mondo percepito e vissuto da un singolo ma, senza addentrarci nella metafisica, possiamo ragionevolmente affermare che 'il Mondo' se ne frega e va avanti.
Però… e se il Mondo, un giorno, finisse insieme alla razza umana ?
Cosa pensereste e fareste se vi fosse l'assoluta certezza che voi, ed il resto dell'umanità, scoparirete fra 21 giorni esatti ?

Un uomo ed una donna sono fermi con la propria auto sul ciglio della strada.
La radio comunica che l'ultima missione spaziale è fallita: fra 21 giorni un'enorme asteroide colpirà la Terra, spazzando via tutto senza possibilità di salvezza.
I due rimangono muti per un po', infine la donna apre la portiera e sparisce.
E' così che si apre il curioso e delizioso film che ho visto tempo fa, una produzione del 2013.
Evitando spoiler, posso dirvi che è una pellicola difficile da definire.
E' drammatico, ma non sfrutta facili effetti da disaster movie.
E' una commedia, con un retrogusto amarissimo.
E' un film d'amore… a modo suo.
Seguiamo i due protagonisti in un percorso forse di redenzione, forse soltanto disperato.
Ma non aspettatevi profondi pensieri esistenzialisti: è soprattutto una storia dolce e… leggera.
Ottimamente interpretato, non ha avuto al botteghino la fortuna che, a mio modesto parere, avrebbe meritato.

L'argomento ed il prevedibile finale, parlare di spoiler sarebbe ridicolo, non sono certo alla portata di tutti.


Generation WAR



Sigla !

Generation war (Unsere Mütter, unsere Väter), Germania 2013


Prodotto dalla ZDF tedesca, si tratta di un film di circa tre ore e mezza, arbitrariamente diviso in due o tre parti dalle varie emittenti televisive. In Italia è stato trasmesso da RAI 3 nel febbraio 2014.
Ne avevo sentito parlare ma, confesso, non l’avevo granché preso in considerazione, attendendomi l’ennesima pedissequa telenovela su sfondo bellico.
Generalmente le produzioni tedesche, soprattutto televisive, sono di qualità discutibile... alquanto simili alle nostre (infatti c’é da sempre un interscambio fra Italia e Germania di serie tv e film, una specie di asse Roma-Berlino del piccolo schermo), si tratta quasi sempre di terrificanti telefilm ‘brillanti’ con medici ed infermiere, cupi e statici polizieschi alla Derrick e scimmiottamenti ridicoli delle produzioni americane, stile ‘Cobra 11’ oppure ‘Il clown’ e via andare... Nulla di memorabile, come le fiction di casa nostra.
Poi ci sono casi estremi, purtroppo pressoché assenti nella ns televisione da decenni, come la saga di Heimat, un capolavoro al di là di ogni discussione possibile...
Heimat

Insomma, mi son cercato questo film, che peraltro la RAI ha trasmesso gratuitamente in streaming.
Tempo fa decisi di darci un’occhiata prima di andare a dormire... e c’ho fatto l’alba...

La storia, per sommi capi, è abbastanza sfruttata come incipit: cinque amici per la pelle si incontrano alla vigilia dell’operazione Barbarossa; due fratelli che prestano servizio nella Wehrmacht, una ragazza che, appena diplomata crocerossima, sta anch’essa per andare al fronte, una cantante che aspira al successo ed un ebreo, ancora convinto, come la sua famiglia, che con la fine della guerra le cose torneranno ad essere ‘normali’ anche per loro.

Dei due fratelli, uno è ufficiale e si è distinto nelle campagne di Francia e Polonia, l’altro, appena arruolato, odiato dal padre per le sue idee progressiste e poco in linea col Reich, affronta controvoglia il destino che lo attende in prima linea.

Giurano di ritrovarsi a Berlino per la fine della guerra, che Hitler promette per il Natale del 1941, ma le loro vite prenderanno da subito una piega tanto inattesa quanto disperata.

Non sto a fare spoiler di sorta perché, una volta tanto, ci troviamo di fronte ad un prodotto validissimo da tutti i punti di vista. Vale proprio la pena di essere visto.

Ben recitato, ottimamente girato, il film riesce ad evitare facili retoriche e non precipita mai nelle paludi dei facili sentimentalismi e dei manicheismi da quattro soldi.
Tutti i protagonisti si dimostreranno, in primis, ‘esseri umani’ con le loro debolezze ed i loro lati oscuri, eroi e carnefici allo stesso tempo: la guerra esigerà i suoi pesanti tributi ed i sopravvissuti saranno molto, molto diversi da quella sera della primavera del 1941.

Ho enormemente apprezzato lo sforzo, direi coronato da successo, di riprodurre gli accadimenti con la massima fedeltà storica possibile. Gli eventi bellici sono molto ben girati, con un’attenzione maniacale a mezzi e divise militari oltre che ad ambientazioni plausibili. Tanto per entrare nello specifico: le divise, tedesche e sovietiche, sono perfette e cambiano di foggia via via che la guerra si dipana fino al 1945.
Pure le dotazioni, armi leggere e logistica, sono più che dignitosamente riproposte.
Ogni tanto, brevi inserti d’epoca, per fortuna inseriti sempre in un contesto filologicamente corretto, ci fanno avere il punto della situazione.
Ciliegina sulla torta: aerei e carri armati sono, anche in questo caso, corretti, spesso utilizzando una grafica computerizzata ispirata e ben fatta.
Finalmente sulle pianure di Kursk vedremo carri Tigre e T-34 (quest’ultimi quasi sempre veri, visto che in Lituania ed Estonia, dove sono state girate gran parte delle scene, ancora oggi ce ne sono a disposizione decine), nel cielo vedremo Me 109 ed i russi del 1942 avranno in mano dei mitra PPSh-41, non degli AK-47...

Corale, spettacolare, mai stupidamente ottimista, descrive con realismo la normale tendenza umana all’atrocità e descrive alla perfezione il lento scivolare nel nulla di un popolo che aveva scambiato, come tanti altri, la propria libertà con una promessa di benessere.

Forse mi sarò fatto prendere troppo, forse qua e là ci saranno anche messaggi ambigui, ma non posso che consigliarlo a tutti... Anzi, quasi ve lo imporrei... (Scherzo).

Il film, perché di film si tratta, ha fatto molto discutere in Germania e non solo.
Generalmente ha ottenuto della buona critica e degli ottimi ascolti.
Da sottolineare, al contrario, le molte critiche ricevute oltre oceano per una presunta banalizzazione ed un occultamento del destino degli ebrei.
A mio modesto parere, e gradirei sentire il vostro, si tratta di polemiche, una volta tanto, del tutto ingiustificate ed assolutamente velleitarie... peraltro mi chiedo se chi le ha fatte abbia davvero visto il film...
La situazione ebraica è mostrata, eccome, tanto che una delle vicende seguite è proprio la drammatica odissea dell’amico ebreo del gruppo, e se qualcuno sente la necessità di dover mettere in ogni film tedesco una camera a gas e protagonisti che si battono il petto ad ogni piè sospinto per i sensi di colpa nei confronti del popolo d’Israele, si chieda se, delle due, non sta ormai facendo loro un brutto servizio...
Altra polemica: proprio il ragazzo di cui sopra (piccolo spoiler) si ritroverà a combattere insieme ai partigiani nazionalisti polacchi, ma dovrà nascondere la propria vera identità, poiché questi odiano gli ebrei con la stessa forza con cui odiano tedeschi e sovietici.
Anche gli ucraini non fanno una gran bella figura...
Va bene, ma questo non è uno scarica barile, come alcuni giornali statunitensi hanno voluto suggerirci, questo è un dato di fatto ! Storicamente incontroversibile !
E non c’é nessuna accusa, era così...
Ovviamente non per questo il film propone l’idea ricorrente ‘tutti colpevoli, nessuno colpevole’: le responsabilità sono chiare, così come l’impotenza di fronte ad un Potere che, cambiando leggermente faccia, si ripropone sempiterno sfuggendo ad ogni giudizio.
A riguardo, una scena amarissima nell’ultima mezz’ora che risulta essere un vero pugno sullo stomaco.


Fisicamente, c’é chi tornerà e chi no ma, effettivamente, dei cinque ragazzi del 1941 non ne tornerà nessuno

Into the white

Film del 2012, ispirato ad una storia vera, dicono.
E' un 'piccolo' film, che in fondo, racconta nuovamente una storia mille volte raccontata, ovvero come, in determinate circostanze, persone intelligenti possano collaborare, fino ad arrivare a stimarsi, pur essendo 'nemiche'.
Ben recitato, a tratti un po' troppo verboso, ma assolutamente piacevole. Dimenticatevi combattimenti aerei e cose del genere: nell'intro si intuisce un combattimento, suggerito dalle ombre di aerei sull'immensa desolazione norvegese. Per un minuto si vede l'He 111 dei tedeschi atterrato sulla neve, mentre viene abbandonato dagli occupanti: il simulacro sembra ben riprodotto, anche se forse piuttosto sottodimensionato: tutto qui.
Cura maniacale nelle divise e relativi accessori.
Me lo sono gustato con ottimi sottotitoli, così da non aver perso nulla.

Si inserisce in un filone piuttosto sfruttato, dal quale mi limiterò a citare i primissimi film che mi vengono in mente:
-Duello sul Pacifico
-Il mio nemico
-I due nemici

…etc etc etc.




Nottataccia...



Sono assolutamente contrario all'auto diagnosi e, per retroterra culturale e forte convinzione personale, non potrebbe essere diversamente.
Tuttavia… non c'é bisogno di chissà quale semeiotica per capire che ho un disturbo del sonno in continuo peggioramento.
I miei ritmi circadiani sono sempre stati random fin da ragazzino e, paradossalmente (ma non troppo), alquanto propedeutici al mio lavoro 'a turni', peraltro costellato di lunghe notti.
Trentadue anni in corsia sono più il naturale risultato di questa mia 'predisposizione', piuttosto che la causa…
Mi hanno diagnosticato a priori apnee notturne, che in effetti non ho nonostante la mia scadente capacità respiratoria (ovviamente parlo con cognizione in causa, dopo aver fatto più volte adeguati test medici a riguardo).
Stress ? Ansia ? Mah… forse è così e basta… Non sono una persona ansiosa: sarei capace di dormire, o non dormire, anche in caso di guerra nucleare...
Il fatto stesso che viva da sempre un'attività onirica intensa, spesso coinvolgente nel bene e nel male, è sicuramente ulteriore indice di questa condizione.
Non è certo una novità, ma ultimamente osservo un incremento massiccio di fenomeni di paralisi ipnagogica: stanotte ne ho avuti a ripetizione…
Tanto diffusi da meritarsi nei secoli fior di 'spiegazioni' esoteriche praticamente in ogni cultura.
Storie interessanti, pur se è triste pensare come abbiano ancora (sempre di più ?) tanto credito nella marea montante antiscientifica di questo inizio del XXI° secolo...
Posso capirlo, sono esperienze abbastanza spaventose anche se sai interpretarle.
Mentre ti addormenti arriva la paralisi… la mente è, più o meno, sveglia, sei cosciente, eppure non riesci muoverti… intanto senti voci... a volte di persone che conosci, altre volte del tutto misteriose, che ti si riversano addosso dal nulla. Capita anche di vedere persone, quando va bene, che iniziano a girarti intorno, che ti si avvicinano… e tu non puoi fare nulla ! Non puoi muoverti, non puoi parlare.
Col tempo ho imparato, ma è una pratica comunque difficile e stancante, a svegliarmi… rimane un limitatissimo controllo su alcune parti del corpo e lo sfrutto iniziando a far tremare, pochi centimetri di escursione, se non meno, la testa… agitandomi in siffatto modo riesco a riprendere faticosamente il controllo e torno nel mondo reale, più stanco (ed incazzato) di prima.
Poi rimane un certo timore nel tornare ad addormentarsi.
Le allucinazioni che si accompagnano spesso a queste situazioni, ovviamente derivate dal proprio immaginario, possono anche risultare… 'divertenti' quando se ne ha consapevolezza.
Oddio… dico 'divertenti' per la mia naturale predisposizione, spesso controproducente, a sopportare con nonchalance le peggiori situazioni possibili… Io sono LA sindrome di Stoccolma vivente…
L'esperienza più spaventosa che ricordo, peraltro estremamente istruttiva, mi è capitata in questi frangenti qualche anno fa… l'assoluta sicurezza di essere paralizzato, totalmente impotente, nel mio letto mentre un gruppo di… alieni, i classici 'grigi' ormai entrati nell'immaginario collettivo, mi stavano circondando con fare minaccioso…
Mi svegliai urlando: davvero una brutta esperienza.
E con questo direi che possiamo dire addio a tutte le stupidaggini sulle abduction che tanta fortuna hanno in rete…

ps: con buona pace dei soliti simpaticoni, non c'é nessuna relazione evidente fra alimentazione e tali disturbi, giusto per sgombrare il campo dalle solite battute alla mentula canis… Chi ha vissuto e vive le mie stesse esperienze lo sa benissimo.

mercoledì 3 giugno 2015

I-Zombie



I-Zombie
…ovvero, un piacere che non ti aspetti.

La prossima settimana uscirà l'episodio finale della prima stagione e… mi ritrovo un'hype altissima…
Vidi, quasi per caso, il pilot appena trasmesso di questa nuova serie del quale non sapevo assolutamente nulla: immaginavo fosse una commediola demenziale a base di Zombie, per di più 'giovanilistica' come il titolo lascerebbe immediatamente supporre.
Non gli davo una lira… giusto il vezzo di una sera altrimenti noiosa.
Ne son diventato dipendente…

Capiamoci subito: è un prodotto molto leggero, ma tutt'altro che stupido.

Trasmessa dal network americano The CW, dal marzo scorso, narra le avventure tragicomiche di una dottoressa, Olivia Moore (Liv), alle prese con un inatteso destino…
Liv è una giovane tirocinante, una tipa alquanto determinata che conosce soltanto il suo lavoro, che svolge con grande passione, e che dedica il suo poco tempo libero al suo bel fidanzato Major Lilywhite, col quale ha in programma di sposarsi a breve.
Una sera si lascia convincere da una collega a partecipare ad una festa su di uno yacht al largo di un lago… e cominciano i dolori.
La festa si trasforma improvvisamente in una carneficina, dove le persone si uccidono l'un l'altra senza apparente motivo e lei… muore.
Risvegliatasi incredibilmente, ne stavano già portando via il cadavere, scopre di essere diventata uno zombie, o qualcosa del genere.
Riesce a mantenere nascosta la sua nuova condizione ed abbandona sia il lavoro che il fidanzato.
Visto che, per non diventare uno zombie a tutti gli effetti, stupido e violento, deve mangiare periodicamente dei cervelli umani, decide di impiegarsi in un obitorio, dove troverà presto la complicità di un collega, il dottor Ravi, un coroner peraltro intenzionato a trovare una cura per questa 'malattia'.
Senza avere la necessità di uccidere la gente, grazie ai cadaveri in costante arrivo, riesce a mantenere una parvenza d'umanità ma scoprirà presto una cosa: mangiare il cervello dei defunti conferisce lei, in maniera random, i loro ricordi… nonché la loro personalità, perlomeno fino al prossimo pasto…
Vista l'importanza di questo 'dono' si spaccerà per sensitiva, aiutando un detective della polizia, Clive Babineaux, a risolvere i casi di omicidio che riguardano gli ospiti dell'obitorio.
Sembrerebbe condannata ad una 'vita' tranquilla, pur se solitaria, però scopre subito di non essere l'unica in quelle condizioni e che gli altri infettati hanno, generalmente, modi molto più spicci per nutrirsi…

La serie, tratta da un fumetto, si contraddistingue per un continuo alternarsi fra commedia ed horror 'puro', senza censure, ed è caratterizzata da un linguaggio piuttosto esplicito.
I continui cambi di personalità di Liv, meravigliosamente interpretata dall'attrice Rose McIver, una vera rivelazione, sono uno dei principali motivi d'interesse della serie, uniti ad una satira piuttosto esplicita di certi cliché tipici della società e cultura statunitense.

Francamente non posso non consigliarla: una commistione di generi a parer mio alquanto indovinata.
Stagione di 13 episodi, con la seconda (pare) già confermata.

Adesso scusatemi se vi lascio, mi è venuta fame…