domenica 20 dicembre 2015

STAR WARS: il risveglio della Forza


…ed un bel caffè è stato d'aiuto…

Uscito dal cinema circa due ore fa: non posso andare a letto prima di averne parlato…

ATTENZIONE !  Modesti spoiler !!!  Continuate a Vs rischio e pericolo, non mi assumo responsabilità.

Per onesta vi dirò che partivo prevenuto… anzi, no… ero prevenuto fino a pochi giorni prima l'uscita di questo VII° capitolo della saga.
Poi sono arrivate le prime recensioni, tutte pressoché entusiastiche.
Sono andato a vederlo con molte aspettative, sorvolando sul fatto che, alla fin fine, non sono mai stato un fanatico della serie ed il fandom della stessa mi ha sempre lasciato indifferente, quando non irritato.
Certo, avevo 11 anni quando uscì il primo film e ne fui entusiasta, entusiasmo già annacquato dalla visione dei successivi due film… e non cito la 'nuova' trilogia, che considero semplicemente inguardabile. Però… assumendo il fatto che Star Wars sembra fantascienza ma è effettivamente un semplice fantasy con le astronavi, cosa peraltro grandemente condivisa, fu indiscutibilmente uno spettacolo senza precedenti: un intero Universo a disposizione (in teoria), effetti speciali entusiasmanti ed una storiella semplice e classica che vede il BENE contro il MALE.
Se non si prende sul serio, la prima trilogia è gradevole e merita di resistere al tempo, nonostante le varie brutture volute da Lucas nelle 'riedizioni speciali'.
Poi venne la seconda, il prequel, e fu ridicola.

2015: L'imperatore Palpatine è morto e la galassia lontana lontana è dominata da un inquietante alieno con delle strane orecchie da topo. Parte una nuova trilogia che vede al comando quella che è una delle mie nemesi cinematografiche, il grande venditore di fumo: J.J.Abrams.

Quest'uomo ha già ucciso Star Trek, straziandone il cadavere, ed ha preso in giro milioni di persone facendole credere di aver a che fare con un genio.
Il 'genio' dietro LOST, ovvero dietro la serie tv che, più di ogni altra, è riuscita a dimostrare come grandi trovate, idee originali e notevoli prove attoriali siano NULLA senza una STORIA.
J.J. è un grande ammaliatore: ha coinvolto e continua a coinvolgere milioni di persone, accecate tanto da non vedere come dentro le mille, accattivanti, matrioske di J.J. alla fine… ci sia il vuoto.
Un vuoto totale.

Ecco, questo film non fa eccezione, anzi !

Non ha un filo di originalità, non racconta una storia nuova.
Fa del fan service.
J.J. sa che esiste un vero e proprio (de gustibus…) culto di questa serie nel Mondo.
J.J. sa che la 'nuova trilogia' ha deluso tutti.
Ha i mezzi, ha la tecnologia, ha una marea di sceneggiatori… a partire dal Kasdan de 'L'Impero colpisce ancora'…  ma forse ha paura, o forse non sa fare di meglio, pertanto…
…pertanto fa un semplice remake del primo film !
Il risveglio della Forza questo è, Una nuova speranza aggiornato al 2015.
La storia è imbarazzante… l'Impero da la caccia ad un droide, sperduto su di un pianeta desertico, che al suo interno contiene informazioni di primaria importanza per la Resistenza.
Il Droide viene aiutato da una del posto ed incontrano due avventurieri che saranno fondamentali per sfuggire alle forze imperiali, guidate sul campo da un uomo mascherato padrone del Lato Oscuro della Forza. L'Impero ha modificato un pianeta, rendendolo una specie di super arma spaziale, in grado di distruggere pianeti con un colpo solo…
Però quest'arma immensa ha un punto debole.
La tipa del deserto, catturata dai cattivi, si salva grazie alla scoperta della Forza® potente in Lei.
Il cattivo mascherato, peraltro caratterizzato da totale mancanza di carisma, viene rallentato nell'azione dal sacrificio di un protagonista.
La storia si dipana fra bar malfamati con strane orchestre, scontri fra astronavi in perfetto stile Prima Guerra Mondiale e super armi distrutte trenta secondi prima di poter fare fuoco.

Poi… boh, meglio fermarsi…
Ovviamente lo avete notato tutti, le trame sono sovrapponibili, ben oltre il plagio.
Le 'citazioni', che immagino ecciteranno in modo incontrollabile i fan, sono soltanto un'infinità di ruffianate. Le modifiche pretestuose…
Il tutto telefonato da paura.
Posso assicurarvi che non servono poteri Jedi per prevedere con ampio anticipo ogni singola scena, ogni presunto 'colpo di scena' anzi…

Una noia mortale…

Francamente non l'ho trovato neppure così esaltante dal punto di vista della spettacolarità: gli effetti speciali sono prevedibilmente ottimi ma già visti, visti e rivisti.
Pure la colonna sonora non ha niente da aggiungere.
Gli attori mi hanno poco convinto e l'apparizione di molti dei 'vecchi', lungi dall'emozionarmi (?) mi ha quasi disturbato vedendo come siano praticamente tutti male invecchiati…
…e poi che questi Imperiali siano sempre così pirla… dopo due fallimentari 'Morte nera' pensano bene… di farne una terza su scala molto più grande !
Cazzo ! Ma stanno ancora pagando le accise sul carburante delle astronavi per i costi delle prime due e dovranno farlo per millenni… uno psicanalista immagino avrebbe da dissertare riguardo questa ricerca del sempre più grande (e sempre più inutile) !

So che questo film avrà, lo sta già avendo, un successo enorme.
So che parlarne male per molti sarà vilipendio alla religione.

Quando le luci si sono accese, nello sguardo dei molti presenti in sala non ho visto altro che perplessità, peraltro condivisa dai due amici al seguito.

Spiacente, può darsi che la Forza si sia risvegliata, ma è meglio che si faccia una bella doccia e che si prenda un paio di robusti caffè per rendersi presentabile.



…e J.J. se la ride...


ps1:
Ma questi che film hanno visto ? 

Un'isteria collettiva che, se non fosse logisticamente impossibile, vedrei plausibilmente pilotata…
No, nessuno ha questo potere, la massa fa massa da sola.


PS: 26-12-2015
Aspettavo la recensione a fumetti del grande Ortolani e… una volta di più mi ha dimostrato di essere una testa pensante !




mercoledì 16 dicembre 2015

Barili svedesi

…e… no. Non è birra…

Come annunciato sin dall'inizio, questo asfittico blog senza pretese, creato a maggior gloria delle mie piccole passioni, vivacchia per lo più grazie ai momenti in cui completo le mie ciofeche modellistiche…

Oggi ho terminato una costruzione in tandem: 2 Saab J29 'Tunnan' svedesi.

'Tunnan' si traduce come 'barile' e non credo di doverne spiegare il motivo…

Si tratta di un jet della prima generazione: sgraziato e poco accattivante, ha avuto una carriera valida ed ha lasciato ottimi ricordi.


Il prototipo ha volato già nel 1948.
Dotato di ali a freccia, motore britannico e… progetto 'vagamente' ispirato agli ultimi aerei tedeschi, quelli non sono mai riusciti a raggiungere la pista.
La leggenda vuole che ci siano stati frequenti contatti fra emissari svedesi e maggiorenti germanici negli ultimi giorni di guerra, o subito dopo… ma chissà !
Certo che, se guardiamo ad esempio il Focke Wulf TA 183, che solo per poco non riuscì a volare, qualche sospetto viene…

Sia come sia, il Tunnan mi è sempre piaciuto e ci sono tornato sopra dopo aver pensionato l'unico mio precedente tentativo di qualche anno fa.

Ho deciso per i due unici kit in 1:72 ancora vagamente reperibili: l'Heller ed il Matchbox.
Ambedue peraltro riproposti in tempi recenti, il primo dall'Airfix e l'altro dalla Revell.

Esistono anche dei kit recenti di origine ceca, riguardanti peraltro il J29A e B, caratterizzati dall'ala senza paratie antiscorrimento, ma non li ho ancora avuti sottomano.

Il Matchbox si caratterizza per le incisioni esagerate tipiche delle produzioni di questa casa da tempo scomparsa. Povero nei particolari, coglie abbastanza la linea dell'ultima serie di produzione, la F, con motori più potenti e dotati di postbruciatore.
Assurda l'ampiezza del pozzetto dei carrelli in fusoliera, al quale non ho potuto non metter mano…
Sopra l'Heller, corretto per il vano carrelli, e sotto il Matchbox… che dovrebbe averlo delle stesse dimensioni pur rappresentando un modello successivo di J29
Inoltre soliti lavori sull'abitacolo e particolari qua e la, con i quali non starò a tediarvi.

Ho preso un foglio decal d'aftermarket che, a fronte della discreta qualità di stampa e del film, si è purtroppo rivelato enormemente inaccurato da troppi punti di vista tanto che, alla fine, ho usato su questo modello quasi esclusivamente le decal del kit originale, vecchie di quasi 40 anni.
Insomma, ecco che ne è venuto fuori:







L'Heller, ben stampato e discretamente rifinito per gli anni 70, può essere riprodotto sia in versione caccia che ricognitore, sempre nelle versioni post introduzione della paratia di cui parlavo.
Purtroppo ha delle linee pesantemente in rilievo, ma salto del tutto l'ipotesi di reinciderlo.
Il Tunnan ha preso servizio soltanto nella natia Svezia ed in Austria e sono abbastanza poche le livree al di fuori del sempiterno metallo naturale. Un'eccezione molto nota sono gli esemplari usati nei primissimi anni 60 in Congo, nell'ambito di una missione ONU atta a frenare il sanguinoso conflitto allora in corso nel paese africano. La Svezia fornì il supporto aereo in modo efficiente. Si rese necessaria comunque una livrea adeguata al territorio, applicata sul campo.
Ho visto molte interpretazioni a riguardo, perlopiù del tutto errate. Lo stesso kit Heller la propone, sbagliandone totalmente il disegno ed i colori.
Adesso sono disponibili delle foto d'epoca che fanno chiarezza e mi sono basato su queste.
Ciò non toglie che la scelta del tono dei colori sia probabilmente discutibile…
Decido per il ricognitore, ed è una decisione obbligata visto che gli altri Tunnan della spedizione erano dei J29B, dotati della precedente ala dal profilo diverso.
Anche in questo caso le decal del foglio d'aftermarket si rivelano sbagliate.
Uso soltanto le insegne dell'ONU, peraltro neppure tanto corrette nel disegno. Del vecchio foglio Heller, peraltro corretto, non è più recuperabile nulla. Pur accuratamente ritagliate, visto l'incoercibile film ingiallito, si sono prevedibilmente dimostrate tendenti alla frantumazione ed ormai refrattarie a qualsivoglia tipo di ammorbidente. Riesco fortunatamente a salvare i necessari codici sotto gli stabilizzatori. La lettera sul timone la recupero, simile ma un po' sottodimensionata, in una rapida ricerca fra le tante decal d'esubero o d'aftermarket che possiedo.
Anche qui soliti lavori… ed ecco il risultato:






Insomma… i miei soliti lavori da modellista men che mediocre. 
Dire che anche questa volta mi son divertito appare consolatorio ed un po' sciocco.
Però, sapete, mi son divertito !












lunedì 26 ottobre 2015

Mig 15: la vendetta

Bene, ultimo MIG 15 bis dei 4 messi in cantiere a Maggio…
Hobby & Boss, 1:72.
Mancava un sovietico tout-court… ho rimediato.

Il kit, nonostante alcune ingenuità, non è affatto malvagio. Almeno un paio di volte la mia imperizia ha rischiato di mandare tutto a monte, ma alla fine ne ho ricavato qualcosa di decente, ovviamente per i miei proverbiali bassi standard !

Adesso pensiamo ad altro… ma non sarà certo l'ultimo Mig 15 !












martedì 13 ottobre 2015

Aspetta… cos'è… ? Sarà mica… un MIG 15 ?!

Terzo dei 4 Mig, completato oggi.
Il quarto è a rischio… ne riparleremo.


Meraviglioso kit, il Mig 'definitivo', della EDUARD.
Per forme, particolari e qualità generale dello stampo da paga a tutti gli altri…

Ho riprodotto uno dei primi esemplari arrivati a Cuba, nel maggio 1961, un mese dopo 'la baia dei porci', quando l'aereo era comunque ormai obsolescente.

L'esemplare in questione era pilotato da Henry Perez, un pilota istruttore che diventò famoso nel suo paese per il libro autobiografico 'Piloto maestro'.
Molti anni dopo, nel 1983, Perez trovò la morte nei cieli dell'Angola, quando il suo Mig 21 venne colpito dalla contraerea.











domenica 4 ottobre 2015

Ops… un Mig 15 !

Come minacc annunciato, ho in corso la costruzione di un poker di Mig 15, aereo iconico per me.
Dopo l'Airfix new tool, dalle forme discutibili, è la volta di questo Italeri.
Premetto… lo stampo, non recentissimo, è della Dragon, noto marchio coreano: questo stesso kit si trova sotto diverse marche: Italeri e Dragon, ovviamente, ma anche Kitech, Hobbycraft e non solo…
E' un buon kit ? Beh… no.
Coglie discretamente la linea generale del caccia sovietico ma difetta in particolari, assenti od abbozzati. Da notare poi una vistosa rivettatura in… negativo, che richiede un po' d'attenzione.
Ho fatto quel che la mia scarsa abilità mi ha consentito, lavorando un po' sull'abitacolo, in bella vista grazie al canopy aperto, e poco più. Come livrea ho scelto una colorata camo nord coreana, peraltro già proposta dalla scatola Airfix suddetta. L'aereo in questione, ammesso (e non concesso) che la livrea corrisponda al vero, era pilotato dal Maj. I.P.Galyshevsky, uno dei tanti piloti sovietici 'segretamente' impegnati nei cieli di Corea durante la guerra del 1950-53 (per la cronaca: persiste a tutt'oggi un armistizio ma non è mai stato firmato un vero trattato di pace).
Ho usato le decal dell'Airfix, ottime Cartograf di produzione italiana, per il numero sul muso ed ho optato per delle insegne di nazionalità 'standard', ovvero a fondo bianco, invece di quelle a fondo neutro proposte dalla casa britannica. Non ho mai preso in considerazione la livrea proposta dall'Italeri, un banale 'tutto alluminio' sovietico.







Dimenticavo… ovviamente 'gentlemen's scale', ovvero 1:72...







domenica 27 settembre 2015

Un altro Mig 15

Ok, adoro questa macchina…

Dopo mesi senza modellare, causa lavori di ripristino in casa, mi son buttato d'impegno… ovviamente con i miei soliti risultati a dir poco moooolto modesti.
Ho 4 Mig sul tavolo, tutti di marche diverse. Per primo ho terminato questo Airfix 1:72. Pur essendo un 'new tool' è mediocre in tutto ma, al solito, divertente.
Ho lavorato un po' sugli interni, aggiunto il frame centrale al canopy, inspiegabilmente assente, cambiato le ruote del carrello, ridicolmente piccole nell'originale, e poco più. Ho usato decal recuperate da un altro kit per farlo albanese.
L'Albania… il misterioso paese stalinista che colpiva la fantasia di noi ragazzini degli anni 70.

Ho voluto riprodurlo ben usurato.
I Mig 15 arrivati in Albania negli anni 50 erano presumibilmente residuati della guerra di Corea, di fabbricazione sovietica.

Enjoy…








sabato 5 settembre 2015

Fantastic Four… parliamone...

Fantastic Four

Qui c'é Wiki, se volete

Sigla…


Siete sopravvissuti ?

Ricordatevi:


…e diamo un'occhiata a queste 4 fanfaluche…

Flop drammatico… il Mondo ci informa che è stato un Flop totale e mi spiace: amo i Fantastici 4 ed è un vero peccato che, finora, non abbiano avuto una trasposizione cinematografica decente. La Fox, detentrice dei diritti, 'deve' fare film con i nostri 4 supereroi a scadenze regolari se non vuole che tornino alla Marvel-Disney… così com'é per gli X-Men. La Marvel ha programmato un universo dove, come nei fumetti, i suoi campioni evolvono ed interagiscono fra loro: hanno programmato le uscite almeno fino al 2024… possono piacere o non piacere ma, per il genere, la qualità è medio-alta. La Fox ha indovinato qualche film degli X-Men ma non è stata in grado di creare una visione globale, un programma da contrapporre alla Marvel, tanto che tutti sperano ormai nel 'ritorno' dei suddetti supereroi alla 'casa delle idee'.
I primi due film degli F4 erano indubbiamente 'divertenti', ma sciocchi e con poca anima. Uno dei villain più grandi di sempre, il Dottor Destino, ridotto a macchietta ed un Galactus ridicolizzato… Non credo che il problema stia nell'aver stravolto la storia originale, anche perché, se si conosce un minimo i fumetti, questa è stata stravolta mille e più volte dalla Marvel stessa fin dagli anni 70: destino comune a questo genere, che inevitabilmente, e per fortuna, deve adattarsi allo zeitgeist… oltretutto un film non deve essere un pedissequo 'compitino', un ricalco degli 'originali' (qualunque cosa voglia dire) ma bensì una rivisitazione rispettosa (come, ad esempio, NON sono gli Star Trek di J.J. Abrams) degli stessi, che proponga altri punti di vista e sviluppi imprevedibili... Questo film ha avuto mille difficoltà nella sua produzione, se ne parla ampiamente in mille articoli, ed è nato monco e senza anima, amplificando i difetti già visti senza proporre nulla di interessante in cambio. La Marvel (leggi 'Disney') è arrivata perfino quasi a disconoscere questi suoi 'figli' in attesa di tempi migliori, tanto che la storica testata di albi a fumetti è stata chiusa nel 2014 e non viene più prodotto al momento merchandising ufficiale: una sentenza di morte. Dal primo (finto) film degli anni 80 ad oggi, i 'Fantastici' hanno avuto ben poca resa sul grande schermo… perdonando il gioco di parole… un triste 'destino'.

E' chiaro che sui gusti personali non si discute, sicuramente vero se parliamo di arte ed intrattenimento. E' ugualmente ovvio che c'è sempre modo, e non soltanto per gli addetti ai lavori, di capire quanto e perché 'A' sarà bello o brutto. Ad essere onesti se la critica elogia una pellicola, rifiutata dal grande pubblico, mi sento sempre stimolato ad una valutazione personale. Se il grande pubblico ama un film, distrutto dalla critica, sarà ugualmente motivo di curiosità, a meno che il film in questione non sia una di quelle porcate a prescindere, stile 'Vacanze di natale a…', che hanno sicuramente successo, ma sono effimere e non esportabili al di fuori dei confini nazionali… tanto da essere dimenticate dagli stessi spettatori in un batter d'occhio.
Se un film fa jackpot, e fa schifo a critica e pubblico… beh, mi sento meno motivato e, purtroppo, nella mia lunga storia di semplicissimo appassionato ho trovato pochissime sorprese positive in questa terza categoria…
Vero che se l'argomento comunque interessa… un'occhiata facilmente ce la butto, fosse solo per il piacere di scriverci quattro righe.
 Ho la fortuna di mettere i pregiudizi (termine comunque improprio nel contesto) in stand by durante la visione. L'effetto collaterale è che, se un argomento comunque mi interessa, la disamina sarà sempre peggiorata dalla delusione… 

Quindi… l'ho visto.

Mi ha fatto incazzare !
Come dice 'La Cosa': spacco botilia, amazzo familia…. ehm… no… E' TEMPO DI DISTRUZIONE !
Ecco cosa dovremmo fare di questa pellicola…
Si vede benissimo che è un prodotto senza anima, aggiustato mille volte, sicuramente lontano dallo script originale.
La prima parte sembra promettere bene e la genesi del quartetto, per quanto carica di 'eh ?' si lascia guardare…
…dopo, però…
Non so se avevano finito i soldi, o la voglia, ma tutto appare tirato via, stupido, mediocre.
Pure gli effetti speciali non sono poi un granché in certe scene, teoricamente di grande spettacolarità, ed il combattimento finale FA SCHIFO (non credo di spoilerare… avete mai visto un film di supereroi senza combattimento finale ?)
Gli attori… mah… neppure male ma di un carisma prossimo allo zero assoluto.
Ed il mio povero Dottor Destino! Usato una volta di più alla mentula canis…
 Destino è un villain 'enorme'… un Uomo superintelligente che drammi familiari hanno portato ad odiare il Mondo.
 Come Darth Vader (Dio… come mi sento nerd stasera) HA SCELTO LUI di indossare una maschera, ma non soltanto per evitare di dover coprire gli specchi in casa.
Victor Von Doom è prometeico: è rimasto orrendamente sfigurato (e di questo incolpa Reed nella versione 'canonica') per aver cercato conoscenze 'proibite'.
Von Doom, come Frankenstein, sfida 'Dio' e, al solito, perde.
I Fantastici 4, come tanti altri, diventano 'super' per… il destino.
Von Doom si fa 'Destino' da solo.
C'é materiale per piacevoli, lunghe, conversazioni (oziose…)

I due Doom cinematografici sono… ridicoli.
Il primo era un fighetto miliardario, che condivideva suo malgrado la sorte degli altri, diventando una specie di mostro biomeccanico dai poteri poco chiari.
L'attuale ha un retroterra un po' più interessante… peraltro completamente ignorato in corso d'opera. Alla fine si ritrova ad essere 'Destino' ancora per fatalità… sotto forma di una specie di Magneto in sedicesima: SCHIFO.

Qualche appunto sugli altri personaggi di questo film ?
Gli Storm sono fratelli, giuridicamente, e tanto basta… i risvolti sono zero alla fin fine…
La 'donna invisibile' sarebbe meglio tale rimanesse.
'La Cosa'… mah… 'maccosa' appunto…
Neppure menziono gli altri.

Un'altra occasione mancata, un altro FALLIMENTO TOTALE.

Che ne hanno detto in giro ?



NB: qualche commento che non posso non segnalare:
Cinematic equivalent of malware (Rolling stone)
Fantastic Four is so mediocre that its title seems like a violation of truth in advertising laws (Times movie critic)

 Incredibilmente pare la Fox voglia comunque produrre un sequel… un velleitario tentativo di mantenere i diritti ? A che pro ?

13-9
Aggiungo l'irata recensione del…

mercoledì 19 agosto 2015

El Ministerio del Tiempo

El Ministerio del Tiempo

Ovvero, anche gli spagnoli ci battono sulle mani…


La Spagna, come l'Italia, è particolarmente affezionata ed avvezza a serie televisive a base di poliziotti, amore (e corna) e sit-com varie, stile 'Un medico in famiglia'…
Tuttavia, al contrario di noi, sembrano piuttosto affrancati (decenni di catto-franchismo non sono passati invano) dalla sempiterna invasione italiota di preti, suore ed affini.
Ugualmente pare abbiano ancora, sempre che noi si sia mai avuto, il gusto di avventurarsi in produzioni di stampo fantastico-fantascientifico, dominio incontrastato di statunitensi e britannici…
Così, mentre noi continuiamo 'a divinis' (è il caso di dirlo…) con l'ennesima stagione di don Matteo, nel 2015 hanno tirato fuori questa serie, otto episodi da un'ora ciascuno, di chiaro stampo fantastico.
Mi ci sono imbattuto per caso un paio di giorni fa… sto guardando il quarto episodio della 'temporada' (stagione in spagnolo) e sono positivamente colpito.



Sigla !


El Ministerio del Tiempo (Il Ministero del Tempo) si annuncia con uno slogan ben preciso:
'Tutti i governi hanno molti segreti, quello spagnolo ne ha uno solo'

Nel primo episodio tre persone assai diverse fra loro, nonché di diverse epoche, vengono 'reclutate' da misteriosi personaggi che le invitano a far parte di una segretissima organizzazione del governo spagnolo. Si tratta di un soldato del XIV° secolo, una donna di cultura del XIX° ed un infermiere dei giorni nostri… Si scopre così che dai tempi dell'inquisizione la Spagna gestisce una serie di porte, di origine misteriosa, che permettono l'accesso a vari periodi storici. Scopo dell'organizzazione, guarda un po', è far si che il passato non venga alterato in nessun modo…

Prodotta dalla TVE, la RAI iberica, e già rinnovata per una seconda stagione, ha ottenuto buoni ascolti nel paese (non preoccupatevi… non quanto le serie poliziesche) e mi sta davvero piacendo.
C'é una buona cura dei particolari, storie ben congegnate, ironia che non scade mai in farsa ed attori, quasi tutti, di buon livello.
Le 'porte' suddette danno tutte sui territori spagnoli, od appartenuti alla Spagna e le storie, perlomeno finora, coinvolgono ovviamente personaggi ed accadimenti della storia iberica.

Mi direte… ma dove l'abbiamo già sentite queste situazioni ? Beh, 'El Ministerio' non ha certo un plot originale, impossibile non vedervi ovvie scopiaz ispirazioni da serie di culto come il dottor Who o la simpaticissima Warehouse13, tanto per citare le prime che mi vengono in mente… fra decine !
Inoltre, come le suddette, è alquanto poco preoccupato da ovvie illogicità e conti 'che non tornano'… i soliti mali di qualunque opera riguardi i viaggi nel Tempo, tanto per capirsi.

Anche l'Italia ha spedito gente a spasso per il Tempo… Boldi e Christian de Sica hanno già infestato svariate epoche con peti e turpiloquio vario...

Comunque trovo questa serie divertente e per nulla stupida, oltre ad essere piuttosto estraniante: se siamo fin troppo abituati ad 'eroi' anglo-britannici, una squadra di viaggiatori del Tempo spagnola è già di per se un valore aggiunto alla visione.
Ben consci di percorrere strade già battute, non mancano di sottolinearlo con divertenti citazioni e ben studiati cliché.

Non che questa produzione stupisca… la Spagna ha sempre avuto un'importante cinematografia 'di genere', generalmente di serie B che, pur avulsa alla fantascienza tout court, conta miriadi di horror più o meno soprannaturali. L'Italia gli faceva compagnia. Soprattutto gli anni 60 e 70 videro collaborare spesso i due paesi in questo campo; esempio lampante i famosissimi western 'all'italiana' girati in Almeria…

Oggi da noi il 'cinema di genere' non esiste praticamente più, ma in Spagna vive di relativamente buona salute e, ogni tanto, si permette pure di produrre robetta discreta.

Comunque, parlando di fantastico, non dimentichiamoci dell'eredità di un Buñuel, tanto per dire

Per ora, visione consigliatissima… 

Ed anche una buona scusa per buttare un occhio sulla storia spagnola 

Qualche foto:












giovedì 6 agosto 2015

Hiroshima: 70 anni fa




Prevedibile parlare della prima bomba atomica nell'anniversario del suo utilizzo: 70 anni fa, il 6 agosto del 1945, un bombardiere B-29 statunitense sganciò sulla città giapponese di Hiroshima un ordigno nucleare, che provocò la distruzione totale di gran parte dell'area cittadina e la morte immediata di un numero mai accertato di persone, comunque non meno di 70.000, seguite da molte altre decine di migliaia nei giorni successivi, per gli effetti della detonazione in se e delle radiazioni. Ancora meno chiara è l'effettiva entità dei decessi avutisi negli anni successivi, per cause correlate alla contaminazione nucleare, concretizzatesi nell'insorgenza di cancro, soprattutto leucemie: si parla comunque di altre decine di migliaia di vittime.
Tre giorni dopo un'altra bomba atomica colpì la città di Nagasaki, con effetti distruttivi di poco inferiori, motivati da una morfologia del terreno più accidentata, che in parte impedì la piena espansione della deflagrazione.
E' bene ricordare che, in effetti, la bomba di Hiroshima non fu la prima: il 16 luglio dello stesso anno era stato fatto detonare un altro ordigno, ad Alamogordo in New Mexico, per testare la potenza di questa nuova arma: il cosiddetto 'Trinity test'.

Non è mia intenzione parlare degli aspetti storici, etici e geopolitici di questi primi e finora unici bombardamenti nucleari, perlomeno non in questo post.

Vorrei soltanto far notare un aspetto poco chiaro al grande pubblico: da un punto di vista tecnico-scientifico, la resa dell'ordigno su Hiroshima fu pressoché fallimentare.

E' noto che un'esplosione nucleare si ottiene raggruppando una sufficiente quantità di materiale fissile, ovvero materiale radioattivo dal nucleo fortemente instabile, quali l'Uranio 235 od il Plutonio 239; quantità tale da permettere il raggiungimento della così detta 'massa critica', che diventando 'super critica' va in fissione e libera l'enorme potenza che definiamo come 'esplosione nucleare'.
qui un semplice approfondimento

Le bombe di Alamogordo e di Nagasaki usavano il plutonio, ottenendo la fissione con lo schiacciamento di due semisfere di questo materiale grazie ad un complesso sistema di implosione tramite esplosivi convenzionali ad alto potenziale: a tutt'oggi è lo standard. Da notare che, dagli anni 50, le bombe a fissione tout court divennero sempre meno importanti come arma in se, diventando parte fondamentale delle nuove, e ben più distruttive, bombe 'all'idrogeno', ovvero diventarono l'innesco di un processo nucleare detto fusione.
brevi cenni sulle bombe a fusione

L'ordigno di Hiroshima, del tutto sperimentale e figlio della fretta, utilizzava l'Uranio 235 ed un sistema detto 'detonazione a proiettile' (gun type) per ottenere la massa critica.
Tale sistema risulta oggi obsoleto e da tempo abbandonato.
In effetti l'ordigno ebbe una resa mediocre in quanto, dei circa 64 kg di Uranio 235 utilizzati, soltanto una percentuale fra l'1,5 ed il 2 % entrò effettivamente in fissione: il resto venne spazzato via dall'esplosione, vaporizzato.
Questo fu comunque sufficiente ad ottenere una deflagrazione di potenza pari a circa 17-20 kiloton, l'equivalente di circa 17.000-20.000 tonnellate di tritolo.

Negli ordigni a plutonio, già con le rudimentali tecnologie dell'epoca si raggiungeva un'efficienza del 15 % circa, ovvero il 15 % del materiale fissile entrava effettivamente in condizione supercritica: la bomba di Nagasaki era caricata con soli 7 kg di plutonio e si calcola sprigionò l'equivalente di 25 kiloton.

Possiamo definire in molti modi la bomba di Hiroshima e può sembrare paradossale ricordare che, da un punto di vista tecnico, fu un discreto, per quanto atteso, fallimento...

mercoledì 5 agosto 2015

Terminator Genisys: quasi fosse antani

Terminator Genisys, USA 2015



La sinossi da wikipedia

Visto ieri sera al cinema, in compagnia di mio fratello e del mio nipotino…

Vediamo il trailer

Quinto film della serie iniziata nel 1984, è un tentativo davvero mal riuscito di ridare slancio ad una saga che, dopo i primi due notevoli episodi, non ha visto che fallimenti…
Niente spoiler, per quanto questo film parta male già dai trailer e delle locandine, che sono spaventosi spoiler a tutti gli effetti.
In pratica, una sceneggiatura che potrei tranquillamente definire un guazzabuglio privo di ogni logica (e… si, la logica è fondamentale pure in un film scifi destinato all'intrattenimento: non si può abusare della sospensione dell'incredulità dello spettatore), pieno di improbabili spiegoni senza senso, situazioni buttate là alla mentula canis… L'idea sarebbe quella, giocando con la scusa delle varie timeline alternative, di riscrivere la saga dal principio, da quel fantastico Terminator di Cameron del 1984: un film a basso costo e relativamente poche pretese, diventato rapidamente un cult per una miriade di ragioni, peraltro ottimamente servito dal sequel 'Terminator 2: il giorno del Giudizio' del 1991.
Con risibili motivazioni il vecchio (e non è una metafora) Schwarzenegger viene richiamato in servizio per l'ennesima volta e gli accadimenti originali prendono una diversa piega.
Esagerando, immaginate la Divina Commedia riadattata alla stregua di messaggini fra adolescenti via SMS…
Una sarabanda infinita, e noiosissima, di esplosioni, colpi di scena telefonatissimi e scontri a fuoco come se piovesse, il tutto impropriamente condito da infinite citazioni e rimandi ai film precedenti.
Schwarzy ne esce con le ossa rotte, e non c'é scheletro di metallo che tenga, da questa patetica tamarrata. Gli attori che prendono il posto e l'identità degli originali, a partire dalla mediocre Emilia Clarke, neo Sarah Connor, non hanno un briciolo di carisma e sembrano fastidiose appendici degli invadenti effetti speciali in digitale. Questi ultimi, peraltro, hanno delle spaventose cadute di qualità: la lunga scena con gli elicotteri supera di gran lunga la soglia del ridicolo.
Nessuna tensione, articolo di cui i primi due film abbondavano, nessun coinvolgimento: lo spettatore non potrà che partecipare ai combattimenti con raffiche di sbadigli.
Piccola anticipazione: stavolta quel birichino di Skynet tenta di prendere il potere tramite… Internet… Verrebbe da dire: esticazzi !!!
Regia indegna: le nuove serie tv sono moooolto più cinematografiche e coraggiose nello sperimentare.
Si rivaluta ampiamente il terzo capitolo della saga, e pure il quarto… 
Pollice verso su tutta la linea: purtroppo sono previsti seguiti che incasineranno ulteriormente una storia già ampiamente sputtanata e… sono stato gentile.


C'é parecchio da ridere...



martedì 21 luglio 2015

Colossus: the Forbin project

Colossus: the Forbin project






USA 1969
Regia: Joseph Sargent

Gli Stati Uniti mettono in funzione un gigantesco sistema computerizzato, detto Colossus, parto del geniale dottor Forbin, allo scopo di automatizzare il proprio sistema di difesa nucleare.
Ovviamente si tratta di una macchina virtualmente impossibile da sabotare, così come da… spengere.
Vi fischiano le orecchie ? Beh, lo Skynet di Terminator sarebbe arrivato più di dieci anni dopo, ma neppure il supercomputer del 1969 può dirsi un parto originale: tratto, piuttosto fedelmente, da un romanzo del 1965 di David Feltham, deve comunque moltissimo a precedenti legioni di computer senzienti, della narrativa e del Cinema, regolarmente ostili alla razza umana allorquando si ritrovino ad acquisire coscienza.

Al solito tutto nasce con il mostro di Frankenstein (Frankenstein, ovvero il Prometeo moderno) di Mary Shelley, scritto nel 1817, vero punto di partenza di quel fenomeno della narrativa che chiamiamo superficialmente 'fantascienza'.
L'elemento di base è l'hybris dell'Uomo che, raggiunta l'estrema conoscenza, si sostituisce a 'Dio', generalmente con risultati discutibili…
Se nell'ottocento la creazione della vita per mano delle nuove scoperte, l'elettricità in primis, era già sufficientemente e meravigliosamente blasfema, è dagli anni 20 del secolo scorso che la mira si perfeziona: l'Uomo non è più interessato a creare copie mediocri di se stesso, l'Uomo aspira a dar vita alla perfezione, ad un essere superiore in tutto e per tutto al creatore, mantenendo tuttavia l'arrogante desiderio di farne il proprio schiavo.
Dunque… cosa meglio di una forma di vita meccanica ? Tutta logica e potenza di calcolo, impossibilitata all'errore  ?
Inevitabile corollario la perdita di alcune delle tipiche caratteristiche del creatore umano: empatia, scrupolo, pietà…
E la Macchina, superando le aspettative, si ribella al Padre-Padrone.

Prodotto dalla Universal con un budget limitato ma sfruttato discretamente, 'Colossus' anticipa inconsapevolmente l'avvento di Internet: la supermacchina, durante i suoi primi secondi di vita, scopre un similare sistema detto 'Guardian', sovietico, non ancora annunciato all'Occidente (quel maledetto vizio dei russi di dire le cose 'dopo'… come ben sappiamo 'a Kissov piace fare sorprese'*).
Colossus e Guardian uniscono immediatamente le loro forze, bypassando ogni controllo umano: adesso devono soltanto decidere cosa fare del Mondo.

In quegli anni si aveva meno paura di portare al cinema la distopia e, pur sfruttando una certa e costante amara ironia, l'happy ending era tutt'altro che scontato.

Non si annoverano grandi attori famosi nel cast, peraltro comunque carico di caratteristi spesso ancora in attività, che avrete visto in mille film e telefilm, ma non per questo possiamo dire di trovarci di fronte ad un'opera esplicitamente di serie B.

Sono degne di nota le intenzioni finali di Colossus, invero piuttosto lontane dalla semplice idea di sterminio della razza umana e, probabilmente, ancora più agghiaccianti, soprattutto in quanto potenzialmente gradevoli per buona parte dell'umanità…

Per quanto a suo tempo sia passato anche sui ns schermi, non esiste al momento una versione in home video: io l'ho visto in lingua originale, coadiuvato da necessari sottotitoli in inglese, vista la mia pressoché nulla capacità di comprendere la lingua d'Albione dal solo audio.

A titolo di pura curiosità segnalo nel cast Marion Ross, che cinque anni dopo sarebbe diventata la madre di Richie Cunningham nel noto 'Happy days', nonché delle curiose riprese nel centro di Roma, cosa quest'ultima che mi fa pensare a Cinecittà come principale teatro di posa.

Visione consigliata.

*Al di là dell'ovvio riferimento all'Ordigno fine di Mondo' de 'Il dottor Stranamore', è curioso come i sovietici avessero in funzione dagli anni 80 un sistema automatizzato detto 'Perimetro', in grado di far partire autonomamente una totale controffensiva nucleare nel caso i vertici di comando e controllo del Politbureau fossero stati spazzati via da uno strike preventivo statunitense. Per quanto mai ufficialmente confermato è presumibile che tale sistema sia ancora in funzione.
Essendo questo sistema di inevitabile ritorsione un efficace deterrente al desiderio di attaccare per primi… non si capisce perché i sovietici non l'abbiano reso noto immediatamente...

domenica 7 giugno 2015

Eien no Zero

Intanto… vediamo di cosa si tratta (in una voce wiki piuttosto mediocre)

Eien no Zero

Visto  in giapponese con sottotitoli in inglese.
2h23m che scorrono via abbastanza bene.

Il film rientra nel recente filone dei film bellici ad 'alto' budget nipponici, interessanti ma con peculiarità condivise. I maggiori rappresentanti di questa tendenza, ad oggi, sono 'Yamato' del 2005 e 'Ore wa, kimi no tame ni koso shini in iku' del 2007.
Le sceneggiature sembrano fotocopiate…
-giovani di oggi, per parentela od iniziale solo interesse professionale, fanno delle ricerche su persone/episodi dell'ultimo conflitto mondiale e scoprono risvolti interessanti sulla vita, e la morte, dei soldati del sol levante.
-c'é sempre una moderata critica alla guerra ed al regime
-allo stesso tempo si esaltano i valori tradizionali, solo leggermente rivisitati
-revanscismo, baby, revanscismo… però molto defilato (se sei cieco)
-effetti speciali in costante miglioramento, ed una discreta attenzione alla riproduzione dei mezzi d'epoca. La grafica computerizzata non è ancora a livello americano (da dire che, pur se ad alto budget, questo non è mai paragonabile alle controparti statunitensi)
-c'é sempre qualcuno che si dispera e si scusa per essere sopravvissuto alla guerra, sempre !
-inevitabile l'inserto, generalmente finale, con scena onirica o pseudo soprannaturale
-la scarsa o nulla distribuzione fuori dal paese.

'Eien no Zero' non fa eccezione. Focalizza l'attenzione sulla carriera di un uomo, riguardo la quale i discendenti si interrogano 60 anni dopo, carriera che riserverà delle sorprese.
Il film è anche un atto d'amore nei confronti del caccia della Mitsubishi, seguito dagli esordi fino ai giorni delle 'unità speciali d'attacco' (come prevedibile, la parola 'Kamikaze' non viene mai usata).
Nei titoli di coda si vede il logo della Tamiya… immagino sponsor del film, tanto più che hanno messo in vendita edizioni speciali dell'A6M2 e dell'A6M5, sia in 1:72 che in 1:48, con decal degli aerei del protagonista.

Che dire… alcune scelte sono davvero discutibili, come il giovane (in realtà un idolo televisivo delle ragazzine in Giappone) che interpreta il nipote… veramente ridicolo.
Tutto è molto rigido, formale, telefonato… ma i combattimenti possono divertire.

(ps: impagabile la discussione, ai ns giorni, fra due giovani riguardo le differenze fra i 'kamikaze' di allora e quelli di oggi… Tentativo davvero velleitario… perlomeno della forma)


Il trailer:



Cercasi amore per la fine del Mondo


Sigla !



Una pellicola meravigliosamente in linea con questo blog...
Generalmente ben pochi hanno il dubbio privilegio di poter conoscere in anticipo l'esatto momento della propria morte.
Escludendo condannati alla pena capitale e kamikaze vari, neppure un malato terminale può arrogarsi il diritto di saperlo con precisione…
…e credo si sia tutti d'accordo nel ritenere orrenda una sicurezza di cui sopra.
Eppure… eppure alla fin fine rimane un fatto privato.
Muore il Mondo percepito e vissuto da un singolo ma, senza addentrarci nella metafisica, possiamo ragionevolmente affermare che 'il Mondo' se ne frega e va avanti.
Però… e se il Mondo, un giorno, finisse insieme alla razza umana ?
Cosa pensereste e fareste se vi fosse l'assoluta certezza che voi, ed il resto dell'umanità, scoparirete fra 21 giorni esatti ?

Un uomo ed una donna sono fermi con la propria auto sul ciglio della strada.
La radio comunica che l'ultima missione spaziale è fallita: fra 21 giorni un'enorme asteroide colpirà la Terra, spazzando via tutto senza possibilità di salvezza.
I due rimangono muti per un po', infine la donna apre la portiera e sparisce.
E' così che si apre il curioso e delizioso film che ho visto tempo fa, una produzione del 2013.
Evitando spoiler, posso dirvi che è una pellicola difficile da definire.
E' drammatico, ma non sfrutta facili effetti da disaster movie.
E' una commedia, con un retrogusto amarissimo.
E' un film d'amore… a modo suo.
Seguiamo i due protagonisti in un percorso forse di redenzione, forse soltanto disperato.
Ma non aspettatevi profondi pensieri esistenzialisti: è soprattutto una storia dolce e… leggera.
Ottimamente interpretato, non ha avuto al botteghino la fortuna che, a mio modesto parere, avrebbe meritato.

L'argomento ed il prevedibile finale, parlare di spoiler sarebbe ridicolo, non sono certo alla portata di tutti.


Generation WAR



Sigla !

Generation war (Unsere Mütter, unsere Väter), Germania 2013


Prodotto dalla ZDF tedesca, si tratta di un film di circa tre ore e mezza, arbitrariamente diviso in due o tre parti dalle varie emittenti televisive. In Italia è stato trasmesso da RAI 3 nel febbraio 2014.
Ne avevo sentito parlare ma, confesso, non l’avevo granché preso in considerazione, attendendomi l’ennesima pedissequa telenovela su sfondo bellico.
Generalmente le produzioni tedesche, soprattutto televisive, sono di qualità discutibile... alquanto simili alle nostre (infatti c’é da sempre un interscambio fra Italia e Germania di serie tv e film, una specie di asse Roma-Berlino del piccolo schermo), si tratta quasi sempre di terrificanti telefilm ‘brillanti’ con medici ed infermiere, cupi e statici polizieschi alla Derrick e scimmiottamenti ridicoli delle produzioni americane, stile ‘Cobra 11’ oppure ‘Il clown’ e via andare... Nulla di memorabile, come le fiction di casa nostra.
Poi ci sono casi estremi, purtroppo pressoché assenti nella ns televisione da decenni, come la saga di Heimat, un capolavoro al di là di ogni discussione possibile...
Heimat

Insomma, mi son cercato questo film, che peraltro la RAI ha trasmesso gratuitamente in streaming.
Tempo fa decisi di darci un’occhiata prima di andare a dormire... e c’ho fatto l’alba...

La storia, per sommi capi, è abbastanza sfruttata come incipit: cinque amici per la pelle si incontrano alla vigilia dell’operazione Barbarossa; due fratelli che prestano servizio nella Wehrmacht, una ragazza che, appena diplomata crocerossima, sta anch’essa per andare al fronte, una cantante che aspira al successo ed un ebreo, ancora convinto, come la sua famiglia, che con la fine della guerra le cose torneranno ad essere ‘normali’ anche per loro.

Dei due fratelli, uno è ufficiale e si è distinto nelle campagne di Francia e Polonia, l’altro, appena arruolato, odiato dal padre per le sue idee progressiste e poco in linea col Reich, affronta controvoglia il destino che lo attende in prima linea.

Giurano di ritrovarsi a Berlino per la fine della guerra, che Hitler promette per il Natale del 1941, ma le loro vite prenderanno da subito una piega tanto inattesa quanto disperata.

Non sto a fare spoiler di sorta perché, una volta tanto, ci troviamo di fronte ad un prodotto validissimo da tutti i punti di vista. Vale proprio la pena di essere visto.

Ben recitato, ottimamente girato, il film riesce ad evitare facili retoriche e non precipita mai nelle paludi dei facili sentimentalismi e dei manicheismi da quattro soldi.
Tutti i protagonisti si dimostreranno, in primis, ‘esseri umani’ con le loro debolezze ed i loro lati oscuri, eroi e carnefici allo stesso tempo: la guerra esigerà i suoi pesanti tributi ed i sopravvissuti saranno molto, molto diversi da quella sera della primavera del 1941.

Ho enormemente apprezzato lo sforzo, direi coronato da successo, di riprodurre gli accadimenti con la massima fedeltà storica possibile. Gli eventi bellici sono molto ben girati, con un’attenzione maniacale a mezzi e divise militari oltre che ad ambientazioni plausibili. Tanto per entrare nello specifico: le divise, tedesche e sovietiche, sono perfette e cambiano di foggia via via che la guerra si dipana fino al 1945.
Pure le dotazioni, armi leggere e logistica, sono più che dignitosamente riproposte.
Ogni tanto, brevi inserti d’epoca, per fortuna inseriti sempre in un contesto filologicamente corretto, ci fanno avere il punto della situazione.
Ciliegina sulla torta: aerei e carri armati sono, anche in questo caso, corretti, spesso utilizzando una grafica computerizzata ispirata e ben fatta.
Finalmente sulle pianure di Kursk vedremo carri Tigre e T-34 (quest’ultimi quasi sempre veri, visto che in Lituania ed Estonia, dove sono state girate gran parte delle scene, ancora oggi ce ne sono a disposizione decine), nel cielo vedremo Me 109 ed i russi del 1942 avranno in mano dei mitra PPSh-41, non degli AK-47...

Corale, spettacolare, mai stupidamente ottimista, descrive con realismo la normale tendenza umana all’atrocità e descrive alla perfezione il lento scivolare nel nulla di un popolo che aveva scambiato, come tanti altri, la propria libertà con una promessa di benessere.

Forse mi sarò fatto prendere troppo, forse qua e là ci saranno anche messaggi ambigui, ma non posso che consigliarlo a tutti... Anzi, quasi ve lo imporrei... (Scherzo).

Il film, perché di film si tratta, ha fatto molto discutere in Germania e non solo.
Generalmente ha ottenuto della buona critica e degli ottimi ascolti.
Da sottolineare, al contrario, le molte critiche ricevute oltre oceano per una presunta banalizzazione ed un occultamento del destino degli ebrei.
A mio modesto parere, e gradirei sentire il vostro, si tratta di polemiche, una volta tanto, del tutto ingiustificate ed assolutamente velleitarie... peraltro mi chiedo se chi le ha fatte abbia davvero visto il film...
La situazione ebraica è mostrata, eccome, tanto che una delle vicende seguite è proprio la drammatica odissea dell’amico ebreo del gruppo, e se qualcuno sente la necessità di dover mettere in ogni film tedesco una camera a gas e protagonisti che si battono il petto ad ogni piè sospinto per i sensi di colpa nei confronti del popolo d’Israele, si chieda se, delle due, non sta ormai facendo loro un brutto servizio...
Altra polemica: proprio il ragazzo di cui sopra (piccolo spoiler) si ritroverà a combattere insieme ai partigiani nazionalisti polacchi, ma dovrà nascondere la propria vera identità, poiché questi odiano gli ebrei con la stessa forza con cui odiano tedeschi e sovietici.
Anche gli ucraini non fanno una gran bella figura...
Va bene, ma questo non è uno scarica barile, come alcuni giornali statunitensi hanno voluto suggerirci, questo è un dato di fatto ! Storicamente incontroversibile !
E non c’é nessuna accusa, era così...
Ovviamente non per questo il film propone l’idea ricorrente ‘tutti colpevoli, nessuno colpevole’: le responsabilità sono chiare, così come l’impotenza di fronte ad un Potere che, cambiando leggermente faccia, si ripropone sempiterno sfuggendo ad ogni giudizio.
A riguardo, una scena amarissima nell’ultima mezz’ora che risulta essere un vero pugno sullo stomaco.


Fisicamente, c’é chi tornerà e chi no ma, effettivamente, dei cinque ragazzi del 1941 non ne tornerà nessuno