domenica 7 giugno 2015

Generation WAR



Sigla !

Generation war (Unsere Mütter, unsere Väter), Germania 2013


Prodotto dalla ZDF tedesca, si tratta di un film di circa tre ore e mezza, arbitrariamente diviso in due o tre parti dalle varie emittenti televisive. In Italia è stato trasmesso da RAI 3 nel febbraio 2014.
Ne avevo sentito parlare ma, confesso, non l’avevo granché preso in considerazione, attendendomi l’ennesima pedissequa telenovela su sfondo bellico.
Generalmente le produzioni tedesche, soprattutto televisive, sono di qualità discutibile... alquanto simili alle nostre (infatti c’é da sempre un interscambio fra Italia e Germania di serie tv e film, una specie di asse Roma-Berlino del piccolo schermo), si tratta quasi sempre di terrificanti telefilm ‘brillanti’ con medici ed infermiere, cupi e statici polizieschi alla Derrick e scimmiottamenti ridicoli delle produzioni americane, stile ‘Cobra 11’ oppure ‘Il clown’ e via andare... Nulla di memorabile, come le fiction di casa nostra.
Poi ci sono casi estremi, purtroppo pressoché assenti nella ns televisione da decenni, come la saga di Heimat, un capolavoro al di là di ogni discussione possibile...
Heimat

Insomma, mi son cercato questo film, che peraltro la RAI ha trasmesso gratuitamente in streaming.
Tempo fa decisi di darci un’occhiata prima di andare a dormire... e c’ho fatto l’alba...

La storia, per sommi capi, è abbastanza sfruttata come incipit: cinque amici per la pelle si incontrano alla vigilia dell’operazione Barbarossa; due fratelli che prestano servizio nella Wehrmacht, una ragazza che, appena diplomata crocerossima, sta anch’essa per andare al fronte, una cantante che aspira al successo ed un ebreo, ancora convinto, come la sua famiglia, che con la fine della guerra le cose torneranno ad essere ‘normali’ anche per loro.

Dei due fratelli, uno è ufficiale e si è distinto nelle campagne di Francia e Polonia, l’altro, appena arruolato, odiato dal padre per le sue idee progressiste e poco in linea col Reich, affronta controvoglia il destino che lo attende in prima linea.

Giurano di ritrovarsi a Berlino per la fine della guerra, che Hitler promette per il Natale del 1941, ma le loro vite prenderanno da subito una piega tanto inattesa quanto disperata.

Non sto a fare spoiler di sorta perché, una volta tanto, ci troviamo di fronte ad un prodotto validissimo da tutti i punti di vista. Vale proprio la pena di essere visto.

Ben recitato, ottimamente girato, il film riesce ad evitare facili retoriche e non precipita mai nelle paludi dei facili sentimentalismi e dei manicheismi da quattro soldi.
Tutti i protagonisti si dimostreranno, in primis, ‘esseri umani’ con le loro debolezze ed i loro lati oscuri, eroi e carnefici allo stesso tempo: la guerra esigerà i suoi pesanti tributi ed i sopravvissuti saranno molto, molto diversi da quella sera della primavera del 1941.

Ho enormemente apprezzato lo sforzo, direi coronato da successo, di riprodurre gli accadimenti con la massima fedeltà storica possibile. Gli eventi bellici sono molto ben girati, con un’attenzione maniacale a mezzi e divise militari oltre che ad ambientazioni plausibili. Tanto per entrare nello specifico: le divise, tedesche e sovietiche, sono perfette e cambiano di foggia via via che la guerra si dipana fino al 1945.
Pure le dotazioni, armi leggere e logistica, sono più che dignitosamente riproposte.
Ogni tanto, brevi inserti d’epoca, per fortuna inseriti sempre in un contesto filologicamente corretto, ci fanno avere il punto della situazione.
Ciliegina sulla torta: aerei e carri armati sono, anche in questo caso, corretti, spesso utilizzando una grafica computerizzata ispirata e ben fatta.
Finalmente sulle pianure di Kursk vedremo carri Tigre e T-34 (quest’ultimi quasi sempre veri, visto che in Lituania ed Estonia, dove sono state girate gran parte delle scene, ancora oggi ce ne sono a disposizione decine), nel cielo vedremo Me 109 ed i russi del 1942 avranno in mano dei mitra PPSh-41, non degli AK-47...

Corale, spettacolare, mai stupidamente ottimista, descrive con realismo la normale tendenza umana all’atrocità e descrive alla perfezione il lento scivolare nel nulla di un popolo che aveva scambiato, come tanti altri, la propria libertà con una promessa di benessere.

Forse mi sarò fatto prendere troppo, forse qua e là ci saranno anche messaggi ambigui, ma non posso che consigliarlo a tutti... Anzi, quasi ve lo imporrei... (Scherzo).

Il film, perché di film si tratta, ha fatto molto discutere in Germania e non solo.
Generalmente ha ottenuto della buona critica e degli ottimi ascolti.
Da sottolineare, al contrario, le molte critiche ricevute oltre oceano per una presunta banalizzazione ed un occultamento del destino degli ebrei.
A mio modesto parere, e gradirei sentire il vostro, si tratta di polemiche, una volta tanto, del tutto ingiustificate ed assolutamente velleitarie... peraltro mi chiedo se chi le ha fatte abbia davvero visto il film...
La situazione ebraica è mostrata, eccome, tanto che una delle vicende seguite è proprio la drammatica odissea dell’amico ebreo del gruppo, e se qualcuno sente la necessità di dover mettere in ogni film tedesco una camera a gas e protagonisti che si battono il petto ad ogni piè sospinto per i sensi di colpa nei confronti del popolo d’Israele, si chieda se, delle due, non sta ormai facendo loro un brutto servizio...
Altra polemica: proprio il ragazzo di cui sopra (piccolo spoiler) si ritroverà a combattere insieme ai partigiani nazionalisti polacchi, ma dovrà nascondere la propria vera identità, poiché questi odiano gli ebrei con la stessa forza con cui odiano tedeschi e sovietici.
Anche gli ucraini non fanno una gran bella figura...
Va bene, ma questo non è uno scarica barile, come alcuni giornali statunitensi hanno voluto suggerirci, questo è un dato di fatto ! Storicamente incontroversibile !
E non c’é nessuna accusa, era così...
Ovviamente non per questo il film propone l’idea ricorrente ‘tutti colpevoli, nessuno colpevole’: le responsabilità sono chiare, così come l’impotenza di fronte ad un Potere che, cambiando leggermente faccia, si ripropone sempiterno sfuggendo ad ogni giudizio.
A riguardo, una scena amarissima nell’ultima mezz’ora che risulta essere un vero pugno sullo stomaco.


Fisicamente, c’é chi tornerà e chi no ma, effettivamente, dei cinque ragazzi del 1941 non ne tornerà nessuno

2 commenti:

  1. Bella recensione Kru,anche a me piacque molto questo film.
    Risibili le critiche.

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  2. E'BELLO OGNI TANTO VEDERE LA 2°GUERRA MONDIALE,DAL lato dei vinti,non quelle cazzate dette anche "americanate",quelle cazzate che hanno fatto credere al 95% della popolazione,che la guerra l'hanno vinta gli americani.

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