venerdì 20 marzo 2015

Epic fail: le avventure amorose (?) di Kruaxi

Ormai viaggio per i 50… 
Non ho rimpianti degni di nota, però è vero che in campo 'sentimentale' posso vantare un retroterra soave e spensierato come la striscia di Gaza.

Oggi vivo da single ad oltranza, gustandone i molti presunti pregi e subendone gli innegabili effetti collaterali. 
Ho reagito ai fallimenti attraversando un bel po' di fasi, come dire, 'classiche'

L'autocommiserazione patetica è stata sostituita da autocritiche feroci, poi è venuto il tempo dell'accettazione e della serena fiducia… con rari episodi di esaltazione.
Infine è rimasto soltanto il freddo.
Oggi coltivo con dedizione e costanza quella che, evidentemente, è una genetica misantropia.
Dirmi misogino sarebbe facile, scontato e di cattivo gusto… oltre che falso.

Non faccio più sforzi per adattarmi al Mondo.

Mi piace raccontare le mie vicissitudini ed immaginare che possano divertire: non contengono ne messaggi ne ammonimenti, è solo 'vita' con innegabili risvolti demenziali.

L'umorismo fa bene... a me ha salvato spesso la vita...

Fatti e personaggi NON sono frutto di fiction, ma i nomi sono stati cambiati per proteggere gli ...'innocenti' (?)

Periodi eroici

Correva il 1998, uno strano anno.
Lavoravo a Firenze. 

Fresco reduce dalla fine di una lunga storia, che credevo importante e che è stata la misura di tutti i miei fallimenti.
C'era desiderio di rivalsa, paura di rimanere solo, grande amarezza.
L'ordine sceglietelo voi.
C'erano già stati strani effetti collaterali: purtroppo ingrassare facilmente è nel mio DNA, ed a dicembre 1997 viaggiavo sui 95 kg (comunque meno di oggi...) per 1.80 di altezza.
Ad Aprile 1998 ero 69 kg: che ci crediate o meno senza alcuna dieta, palestre, etc, etc.

Ero ancora bravissimo nel somatizzare.
Avevo preso il vezzo di vestirmi bene, molto bene.
Non andavo in giro senza giacca e cravatta, sempre estremamente coordinato.

Un medico che avevo conosciuto in passato, un curioso personaggio di 'sangue blu', per certi aspetti un vero dandy fuori dal tempo, mi aveva insegnato l'arte dell'eleganza classica di stile britannico.

Adesso il mio ideale di eleganza è una tenuta da camionista statunitense ma, come si dice, questa è un'altra storia.
Ero in forma e mi sentivo 'quasi' bello.
Poi ogni tanto qualcuno (anzi, qualcuna) mi riportava alla realtà.
Un giorno, uscendo dal turno di mattina, tornai in reparto già cambiato da civile, avendo dimenticato non so cosa. Vedendomi, un'infermiera anziana mi disse: -Come sei elegante !
Un'altra presente, della quale potrei peraltro dire che, se mai la dovesse baciare un principe, potrebbe diventare una principessa, disse di rimando: -E' elegante perché è senza donna, ma è brutto lo stesso.
Già, un'altra delle mie caratteristiche... Per strani motivi, probabilmente magici, sembra che abbia scritto sulla schiena 'kick me'.
L'invito viene regolarmente accettato dalle rappresentanti del genere femminile.


Torniamo a noi.


In quel periodo mi capita di conoscere una ragazza.
Carina, senza esagerazioni, di due o tre anni più giovane di me. Simpatica.
La vedevo spesso, essendo un suo parente ricoverato nel mio reparto.
Una parola, due...
Ci instauro un colloquio, peraltro basato sul rispetto e sulla giusta distanza, vista la mia e la sua posizione.
Approfittare della presunta debolezza di qualcuna che ha un familiare in difficoltà è da rapaci, ed altamente disdicevole secondo la mia etica.
Comunque... passano i giorni, forse settimane.
Ci incontriamo, se ha bisogno viene a cercarmi, sembra che ci 'prendiamo'.
Mi racconta che non è fidanzata, che vorrebbe una storia 'importante'.
Una sera mi faccio coraggio e le chiedo se non le andrebbe di uscire una sera con me, a prendere la classica pizza.
Lei accetta, anzi ! Accetta di slancio ! Dalla serie: era tempo che aspettavo tu ma lo chiedessi.
Mi ritrovo alquanto motivato.
Ci accordiamo per il giorno dopo: torno apposta a Firenze per il rendez-vous.
Elegante, profumato, capello fatto... come dire: impeccabile.
Stranamente mi chiede di venirla a prendere direttamente in reparto, anzi, precisamente nella camera dove era ricoverato il familiare.
La cosa non mi sfagiola troppo ma... perché no ?
Lo faccio e nella stanza trovo praticamente tutta la sua famiglia.
Leggermente imbarazzato saluto, la invito con me ed andiamo.
Tempo di arrivare all'auto.
Siamo in macchina, già per i viali fiorentini, sto per chiederle dove le piacerebbe andare ma, con trasporto, lei mi dice: -Sono contentissima di essere uscita con te.
Beh... cari miei... voi che avreste pensato ? Avevo il cuor contento in quegli attimi !
Repentina, aggiunge: -Perché, sai, io non ti ho detto proprio tutto...
-Prego ?
Sentivo già la fredda mano della catastrofe sulla mia schiena, una sensazione che, nel campo, conoscevo troppo bene...
La tipa continua, con il sorriso sulle labbra: -In effetti, sai, io sto da tanti anni con un uomo sposato e ne sono innamoratissima... lui ha vent'anni più di me e, visto che i miei hanno intuito qualcosa, sono ovviamente (sic) assolutamente contrari. Tu, stasera, mi hai fornito una scusa, un ottimo alibi... Così hanno visto che esco con una persona giovane e per un pò non mi stresseranno !
......................................
Ora, che dovevo fare ?

Oggi lo saprei benissimo (dopo, sempre dopo, come dice un mio carissimo amico).
Io rimasi semplicemente gelato.
Per un attimo mi balenò un'idea insana, ma visto che non avevo alcuna intenzione di finire sulla prima pagina de 'La Nazione' del giorno dopo la lasciai fra le fantasie trucide...
Il resto della troppo lunga serata la passammo in una birreria, dove mi sorbì fin nei particolari la sua antica passione per il signore suddetto.

Infine la riaccompagnai a casa, a Prato, mantenendo stoicamente il sorrisetto ebete e lo sguardo vitreo che mi ero imposto durante tutta la serata.

Quegli strani momenti in cui i testi delle canzoni di 'Elio e le storie tese' ti sembrano pietre miliari del pensiero occidentale.
Tornando in quel di Arezzo credo, a questo punto i ricordi si fanno nebulosi, di aver recitato una lunga litania che affiderò alla vostra immaginazione... come dire... un mantra… toscano.
Per prima cosa cancellai il suo numero dal mio primo, antico, telefono cellulare.
Il suo parente rimase ricoverato ancora pochi giorni e riuscì, fortunatamente, a non incontrarla.
Ma, il diavolo, come si dice...
Un mese dopo, camminando per Firenze, la intravvidi da lontano, guarda caso sotto braccio del suo uomo.
Giuro... dava l'impressione di essere mio nonno ma, evidentemente


I tempi cambiano: all'epoca un ragazzotto deluso poteva fantasticare di improbabili fughe nella Legione Straniera. Oggi c'é l'ISIS...



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