venerdì 19 febbraio 2016

Come vinsi la guerra



'Ivan… mi sa che abbiamo sbagliato… non dovevamo svoltare a destra dopo Rigutino...'

Tralasciamo i soliti luoghi comuni… è possibile che chi ami giocare ai wargame abbia un immaginario discutibile ma, diciamocelo, non risulta che questi vadano poi in giro a sparare alla gente, anzi…

E' vero che la storia del combattimento simulato, ovvia evoluzione di mille giochi antichi che vedono negli Scacchi l'esempio più famoso e rappresentativo, nasca come esercitazione propedeutica alla guerra vera, soprattutto sui tavoli dell'aristocrazia guerriera germanica ma, fin da subito, fu ovvia l'enorme potenzialità ludica di tali pratiche, che conobbero un'evoluzione ed una diffusione popolare, quasi esclusivamente nei paesi anglosassoni, che continua ancora oggi.

Tralasciando boardgame e simulazioni al computer, che meriterebbero ampie trattazioni a parte, concentriamoci sul 'tridimensionale', ovvero su giochi che fanno uso di pedine, generalmente realistiche miniature, su tavoli preparati per simulare un terreno di scontro, basandosi su un qualche regolamento pensato per essere, se non realistico, logico.

Questi giochi, ad essere onesti, sono una naturale evoluzione dei fantastici combattimenti fra 'soldatini' che la mia generazione combatteva regolarmente ogni pomeriggio, a volte in gruppo fra le piante del giardino, più spesso in casa, magari in solitario, regolarmente sul pavimento, attenti più che al fuoco nemico al temibilissimo intervento aereo di mamme e nonne, capace di distruggere un intero esercito con disarmante facilità, alla stregua di bombe atomiche…

E… no, ribadisco: magari queste fascinazioni avranno fatto di voi un nerd od un geek ma di certo non un teppista da strada… altro argomento che ritengo pleonastico approfondire.

Fascinazione che subisco fin da ragazzino.
Per imprinting e predisposizione, mio malgrado (?), sono sempre stato molto più affine a questo tipo di passatempo che a quelli 'fisici': giusto o sbagliato è considerazione soltanto personale nonché sempre e comunque opinabile.

Tuttavia, alla fin fine, ho sempre osservato da lontano il mondo dei wargame, senza mai prenderne davvero parte. Le cause sono molteplici: in primis la logistica, che non mi ha mai permesso di frequentare persone con gli stessi interessi in modo continuativo ma, più ancora, la mia naturale accidia e la scarsa predisposizione al concetto stesso di 'gruppo' e di 'appartenenza', spesso al limite della sociopatia.
Aggiungerei che anche il regolamento più semplice richiede memoria, la capacità di memorizzare regole e tabelle… e la mia ram è notoriamente alquanto evanescente ed inaffidabile.

Quindi ho esperienze estremamente limitate.

Da giovanissimo giocai qualche piacevole partita, generalmente in solitaria, utilizzando un semplice regolamento (che ancora possiedo) pubblicato su di una rivista di modellismo degli anni 70. Tale gioco si chiama 'Posto di combattimento', se ben ricordo, ed è una simulazione di scontri navali nella seconda guerra mondiale, pensato particolarmente per l'uso di miniature in scala 1:1200.
Semplice e veloce, per giocarlo è sufficiente un bel pavimento, che la fantasia vi farà diventare un ampio spazio marittimo, un metro, un goniometro, un foglio di carta ed una penna… e miniature, o quel che volete, a rappresentare le flotte avversarie a livello di singola nave.
Dimenticavo: il caso era gestito da un doppio mazzo di carte da scala quaranta al posto dei 'soliti' dadi.
Ero arrivato ad avere una discreta flotta, composta da modellini Esci, più o meno dipinti, e qualche die cast di chissà quale marca. Se poi la Vittorio Veneto combatteva nella stessa squadra della Yamato… beh… diciamo che già amavo l'ucronia…

Tralasciando la parimenti limitata esperienza nei boardgame, faccio un salto quantico ed arrivo al 1999, anno del mio ritorno ad Arezzo. Frequentando all'epoca un giro orbitante un negozio di giochi e fumetti, mi convinsi ad intraprendere la creazione di un esercito per giocare a Warhammer, wargame fantasy tridimensionale che all'epoca stava prendendo piede anche in Italia, proveniente dalla Gran Bretagna, patria della maggioranza di questi giochi.
Fu un'ottima scusa per un primo, temporaneo, ritorno al modellismo… comprai e dipinsi molte miniature, si tratta di 28mm, ma non giocai mai davvero se non un paio di partitelle introduttive dove feci poco più che da spettatore. Ad essere onesti il fantasy non è mai stato nelle mie corde e, se la logica mi può permettere di compensare la memoria gestendo regolamenti realistici, così non è quando si parla del coinvolgimento di 'magie' e cose del genere nell'ambito del gioco.
In ogni caso riprendere i pennelli in mano, al netto dei primi, scoraggianti, risultati, mi permise di iniziare a farmi un po' di mano… quella poca che continuo ad avere.
Abbandonai tutto nel giro di un anno e le molte miniature dipinte sono perlopiù disperse o finite nella scatola dei rottami cannibalizzabili. Sarai tornato, definitivamente, al modellismo soltanto nel tardo 2008…

Qualche esempio di quelle produzioni. Come dicevo, è tutto sparito qua e là.
Una maga dal sopracciglio gentile ed un assassino (?) dall'aspetto incazzato


Un branco di simpatiche canaglie con le scope sul casco (non omologato)


Questi sono nervosi proprio...


Arcieri, le prime miniature che abbia mai dipinto e… si vede benissimo !
E si arriva agli anni 10 del XXI° secolo.
M14/41… pronti a farsi ammazzare...
Internet ci permette di accedere a 'meraviglie' mai immaginate e le voglie aumentano.
Già pochi anni fa comprai un regolamento, sempre britannico of course, per battaglie della seconda guerra mondiale, Flames of War.
Presi anche qualche miniatura, 1:100, ma non ne feci poi nulla per i soliti motivi.
Un Renault R.35
Ho comunque i pochi carri verniciati pronti in vetrina: su FoW ho assolutamente intenzione di tornarci sopra in futuro. Non sembra essere un   regolamento troppo complicato di base
e le dimensioni delle miniature permettono spazi di gioco ragionevoli. Per le mie esigenze, casomai, c'é da dire che serve dipingere un cospicuo numero di miniature per avere combattimenti degni di nota: forse troppe, e troppo piccole, per essere gestibili dal sottoscritto.




Ed eccoci ai giorni nostri.

I tempi sono maturi… prima che marciscano del tutto voglio finalmente approfondire l'argomento. Non ha importanza se sarà un amore passeggero o qualcosa di più concreto, parallelo eppur intersecato all'ormai irrinunciabile passione per il modellismo statico.

Da qualche anno ha un discreto successo un nuovo regolamento, davvero semplice di partenza e gestibile come pochi altri nel numero di miniature richieste per una minima partenza: Bolt action.
E' sempre ambientato nella seconda guerra mondiale ma è a livello di skirmish, ovvero di schermaglia fra poche unità, sull'ordine del plotone o poco più: un tattico insomma, che richiede miniature in 28mm.
Fabrizio studia il campo di battaglia...
Ne venni a conoscenza l'estate scorsa, comprando un carro dell'Italeri 'easy assemble', ovvero un prodotto semplificato e facile da costruire, pensato appunto per i wargame. E' in 1:56, scala assimilabile al 28mm. Il regolamento è della britannica Warlord, che commercializza un'ormai ampia gamma di figurini e mezzi corazzati ma, è da dirsi, in 28mm si trova molto materiale di marchi svariati.

Studiandoci un po', scopro che è francamente più gestibile di altri e l'ho subito contingentato…

Arruolando il carissimo amico Fabrizio, che possiede un retroterra molto più tangibile nel campo, mi sono avvicinato a questo gioco con intenzioni serie ed ho subito scoperto che ad Arezzo esiste un gruppo di wargamer piuttosto nutrito e, cela va sans dire, agguerrito…

Truppe germaniche asserragliate in una casa in rovina
Norex, uno dei maggiorenti del club, è stato così gentile da farci fare uno scontro di prova, con un paio di piccoli eserciti di loro disponibilità. Siamo stati ovviamente più che altro spettatori guidati passo passo ma questo ci ha permesso di vedere subito come non sia difficile approcciarsi a questo sistema di gioco e trarne divertimento.

Brutta fine per il mio Sherman
Per la cronaca… lo scontro, fatto con eserciti da 750 punti (ovviamente c'é un sistema a punteggio, per rendere bilanciati gli schieramenti), è terminato allo scadere del sesto turno, pur essendocene disponibile un settimo, opzionale e casuale, che non abbiamo fatto per motivi d'ora tarda.  Io avevo i britannici, Fabrizio i tedeschi. Io ho vinto ai punti in base agli obiettivi da raggiungere, lui ha decisamente fatto più vittime fra i miei tommy di quante ne abbia avute.

E' l'inizio.

Almeno per ora non mi iscriverò al club: è una cosa impegnativa che è giusto fare soltanto se pienamente convinti, per non parlare della mia scarsa predisposizione, mille volte sperimentata, all'appartenenza a qualsivoglia gruppo… Un problema mio che soltanto di recente ho capito di non poter combattere.

Intanto sono in attesa di questa scatola base, che ci darà tutto il necessario per due piccoli 'eserciti' da 500 punti cadauno…
(Compreso nel prezzo anche un Panzer IV: butta via…)
Mentre mi è già arrivata questa bella scatola di fanti sovietici…

Soprattutto, ho terminato in un paio di giorni il mio primo carro, quello Sherman acquistato per caso di cui parlavo. A fronte dell'indubbia semplificazione dei particolari e della costruzione pensata per resistere alla manipolazione, piuttosto che a restituire un'immagine impeccabilmente realistica, devo dire che non mi sembra malvagio come colpo d'occhio, nonostante la mia mediocre capacità modellistica.

Questa situazione ha dato inoltre il via al mio ultimo programma di formattazione di casa… mancava solo una stanza da sistemare, una piccola cameretta usata come ripostiglio in pratica. Adesso inizierò a lavorarci per farne una piccola ludoteca.

Sherman M4A2, in una generica livrea sovietica...
Passerà del tempo ma… prima o poi vi documenterò il primo, vero scontro 'autarchico'…





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