giovedì 14 maggio 2015

F-4b Phantom II, Airfix 1:72

Dunque, dovrei iniziare con la solita introduzione stile captatio benevolentiae: Mi diverto così/non ho la 'mano'/manifesto per un modellismo diverso/etc etc etc…

In effetti non c'é bisogno di cazzate: considero il modellismo un hobby che, per me, ha il sapore del gioco spensierato, un gioco che mi rilassa e che non ho alcuna intenzione di elevare a professione, tantomeno a competizione.
Osservo un livello alquanto basso di attenzione, oltre il quale il gioioso passatempo rischia di diventare un vero impegno: non è la mia storia.
Per fortuna ci sono tanti bravissimi modellisti in giro a nobilitare quest'hobby, capaci di vere opere d'arte, i cui lavori sono una gioia per i nostri occhi.
Io non gioco in serie A, giusto la squadretta della parrocchia potrebbe essermi congeniale...

Ma veniamo alla vittima del giorno…
Si tratta dell'iconico Phantom II, in versione F-4b imbarcata, metà anni 60.
Ed è proprio nel 1965 che uscì questo riproduzione Airfix, quando l'originale era ancor giovane e pienamente operativo sui ponti delle portaerei americane.
Volete saperne di più del Phantom ?
PHANTOM II

Il kit, riproposto continuamente fino all'inizio di questo secolo, e già un po' modificato nel 1971, è davvero obsoleto ed approssimativo, improponibile da tutti i punti di vista.
Quindi, non poteva non piacermi…
Mi sono limitato ad autocostruire l'abitacolo, pressoché assente nell'originale se escludiamo due seggiolini da parrucchiera futuribile, attingendo dalla mia inesauribile banca pezzi… Ho aggiunto qualche antennina e poco più.
Le decal sono di varia provenienza: un vecchio foglio Fujimi, delle antiche Microscale (ripristinate con il liquido Microscale restore) ed un paio di coccarde Airfix…


La scatola in effetti forniva i pezzi per più versioni del fantasma, ma soltanto la 'B' risulta vagamente simile all'originale visto che le altre avevano un carrello di maggior spessore e dei conseguenti rigonfiamenti sulle ali, la cui mancanza sarebbe stata troppo evidente anche per me…

Sotto l'ho ben sporcato: questi vecchi reattori non erano davvero conformi agli standard Euro 6…

Dunque… se escludiamo il kit improponibile,  le licenze poetiche,  le stuccature mediocri,  gli allineamenti perfettibili,  le decal tirate vie,  la colorazione migliorabile ed il weathering alla 'viva il parroco'… il risultato non è male.

Di certo la livrea dei famosi Jolly Rogers fa sempre la sua porca figura...

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